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Thursday, June 08, 2017

Trump ha interferito... con la carriera di Comey...

L'unica cosa che è venuta fuori dall'audizione dell'ex direttore dell'FBI è che Trump ha interferito con la carriera di Comey e Comey non l'ha presa affatto bene...

Ecco i punti salienti della sua testimonianza al Senato. Poco o nulla di nuovo.

-Trump e nessuno dello staff della Casa Bianca gli ha mai chiesto di fermare l'inchiesta sulle interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali.

-Trump non gli ha ordinato di "lasciar correre" su Flynn ("I hope..."), ma lui ha interpretato le parole del presidente come una "direttiva": cosa voleva che facesse. Però non ha fatto presente né al presidente Trump né a qualche consigliere della Casa Bianca quanto fosse "inappropriata" la richiesta. Perché no? "Non lo so, non ho avuto la presenza di spirito". Se è ostruzione alla giustizia o no, non spetta a lui dirlo ma al procuratore speciale.

-Comey ha ammesso di aver passato lui stesso alla stampa, attraverso un amico (professore di legge alla Columbia) i suoi appunti sull'incontro con Trump, pensando che ciò avrebbe favorito la nomina di un procuratore speciale. Perché non lui direttamente? Stava per andare in vacanza... È in grado di recuperare il suo memo e consegnarlo al Congresso? "Potentially".

-Comey ha riferito di aver detto per tre volte al presidente Trump che non è sotto indagine ma di essersi rifiutato di dichiararlo pubblicamente - come gli aveva chiesto Trump - per "rispetto dei protocolli". Sarcastico il senatore Rubio: "L'unica cosa 'never leaked' è che il presidente non è personalmente sotto indagine".

-Comey ha rivelato che Loretta Lynch, il ministro della giustizia dell'amministrazione Obama, gli ha "ordinato" di parlare in pubblico dell'"emailgate" di Hillary Clinton come di una "questione" e non una "indagine". Stesso linguaggio della campagna Clinton.

-"Non ci sono dubbi" che la Russia abbia "interferito" nelle elezioni presidenziali, ma Comey ha confermato che "nessun voto è stato alterato".

-"In the main, it was not true", così Comey ha smentito (quattro mesi dopo, e c'è voluta una testimonianza in Senato...) l'articolo del NYT del 14 febbraio intitolato "Trump Campaign Aides Had Repeated Contacts With Russian Intelligence".

Il resto è veleno e risentimento di Comey verso Trump che l'ha licenziato, opinioni e interpretazioni personali sulla condotta del presidente. In generale, Comey ha dato l'impressione di essere mosso da risentimento e pregiudizio nei confronti di Trump, si è da solo "smascherato" come membro della "resistenza" anti-Trump. E dalle sue stesse parole è chiaramente emerso come si sia mosso, da direttore dell'FBI, con equilibrismo politico sia con Trump sia con la precedente amministrazione per restare al suo posto. Osserva Sean Davis su The Federalist, "Comey makes clear that he was playing a game with Donald Trump, and that Trump called his bluff".

A proposito, cosa troverete di tutto questo sui media italiani? Interviste a Dershowitz ne vedremo?
"I think it is important to put to rest the notion that there was anything criminal about the president exercising his constitutional power to fire Comey and to request - "hope" - that he let go the investigation of General Flynn. Just as the president would have had the constitutional power to pardon Flynn and thus end the criminal investigation of him, he certainly had the authority to request the director of the FBI to end his investigation of Flynn".
 "Can You Obstruct a Fraud?" si chiede McCarthy su National Review. L'unica cosa che Trump ha ostacolato è una falsa narrazione che Comey e le agenzie di intelligence, pur sapendo falsa, si sono rifiutati di correggere pubblicamente, al fine di danneggiare politicamente il presidente.

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