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Friday, January 30, 2015

Da rottamatore a riciclatore

No, la notizia non è la disfatta di Berlusconi. Il patto del Nazareno si è rivelato ben presto una sòla. Non che non ci fossero ottime ragioni per tentare, ma non allo sbaraglio, non con il solo obiettivo dell'aiutino personale, grazia o grazietta. In questi mesi a Renzi è bastato agitare la carota in lontananza per far ingoiare a Berlusconi di tutto, dalla legge elettorale alle riforme. Con danni devastanti inferti alla prospettiva di una ricostruzione del centrodestra. E molto probabilmente Berlusconi ingoierà, in un modo o nell'altro, anche Mattarella al Colle. Certo, con qualche mal di pancia ma senza strappi. Il voltafaccia di Renzi quindi non è una notizia, può sorprendere solo servi, ingenui e opportunisti alla corte dell'ex Cavaliere.

Piuttosto, la novità è che Renzi scegliendo Mattarella regala ossigeno (e forse una insperata sponda sul Colle più alto) alla minoranza Pd e rischia così di consegnarsi alla vecchia sinistra che voleva rottamare. Oggi tutti celebrano il suo capolavoro politico. Ma in cosa consiste davvero questo capolavoro? Nell'aver evitato lo stallo del 2013? Sì, certo. Nell'aver ricompattato il suo partito umiliando Berlusconi (probabilmente senza perdere la sua preziosa sponda sulle riforme)? Anche, forse. Tutto probabile, ma resta una vittoria solo tattica, figlia della sua spregiudicatezza, e nemmeno particolarmente coraggiosa.

In effetti si trovava di fronte a un bivio pieno di incognite e potenziali trappole: rischiare, tentando di mettere al Quirinale un suo uomo, o comunque un elemento di novità, coerentemente con la sua fama di innovatore, con la certezza però di aver bisogno dei voti di Berlusconi e Alfano e di spaccare il suo partito; o invece prendere la strada più sicura per eleggere in tempi rapidi il nuovo presidente, senza nuovi psicodrammi, ricompattando il suo partito (e il vecchio centrosinistra) intorno però ad una figura grigia, appartenente alla generazione e alla classe politica che dichiara di voler rottamare.

Quello di Renzi rischia di essere un capolavoro solo all'interno del "palazzo", tra gli addetti ai lavori e quel milione circa di parassiti che vivono di politica, cariche istituzionali e retroscena sui giornali. La conferma di quanto politica e informazione mainstream siano autoreferenziali. Ma agli occhi dell'opinione pubblica? Gli italiani non sanno nemmeno chi sia Mattarella e quando lo sapranno, si chiederanno come un "rottamatore", un innovatore come Renzi abbia potuto riciclare un polveroso arnese della Prima e della Seconda Repubblica, un residuato della vecchia dc e antiberlusconiano della prima ora, anziché dare anche nella scelta per il Quirinale un segno di cambiamento.

Certo, se l'obiettivo era passare la nottata, forse l'ha superata brillantemente. Ma la sua vittoria di oggi non sembra priva di insidie nemmeno nel gioco interno ai palazzi. Anzi... Renzi gioca pesante e punta al bottino pieno, non al voto. Certo, ha messo nel conto anche elezioni anticipate, ma vorrebbe intestarsi la ripresina che potrebbe appalesarsi nei prossimi mesi grazie al Quantitative Easing deciso da Draghi. Ricompattato il suo partito, rischia però di venirne risucchiato. Si aspetta che Alfano e Berlusconi non rompano, sul governo il primo e sulle riforme il secondo (e probabilmente avrà ragione). Il problema però è che con la sua mossa ha portato i due molto vicini al punto in cui non si ha nulla da perdere e ha reso molto più complicato per Berlusconi gestire i suoi. Il venir meno, o l'indebolirsi della loro collaborazione lo consegnerebbe nelle braccia della vecchia sinistra. Altro che #lavoltabuona... E, d'altra parte, se l'iter delle riforme costituzionali ed economiche venisse bruscamente interrotto dalla prematura fine della legislatura, nemmeno Renzi potrebbe facilmente scrollarsi di dosso l'ennesimo flop davanti all'opinione pubblica. Ne sarebbe almeno corresponsabile.

E il nuovo presidente? Mattarella che diventa presidente grazie a una maggioranza parlamentare uscita da una legge elettorale che da giudice della Consulta lui stesso ha dichiarato illegittima è quel genere di cose che solo in Italia possono accadere. Quante volte Renzi ha parlato con Mattarella? Sicuro di conoscerlo bene? E che non sia in maggiore sintonia con gli esponenti della generazione e della classe politica che non ha ancora finito di rottamare? Come immagine sembra perfetto per non fargli ombra, ma Mattarella è silenzioso, non debole, né sciocco. Tanto meno controllabile. Sarebbe capacissimo di fare a Renzi (e a chiunque altro) ciò che Scalfaro e Napolitano hanno fatto a Berlusconi: ha tutti i rapporti personali, le conoscenze giuridiche e l'esperienza politica che servono per fottere chiunque.

Chi pensa che l'Italicum basti a riportare il capo dello Stato ad un ruolo notarile, rispetto ad un presidente del Consiglio con una forte investitura popolare, ha fatto male i suoi conti. Come dimostrano gli ultimi vent'anni, da Scalfaro a Napolitano, leggi elettorali maggioritarie e bipolarismo non hanno impedito ai presidenti di giocare le loro partite, svolgendo una funzione di contrappeso rispetto ai governi scelti dagli elettori. I poteri del Quirinale, con tutta la loro discrezionalità e carica presidenzialista, sono ancora tutti lì. E un'altra cosa che la storia della Prima e della Seconda Repubblica insegna è che per un leader riformista non c'è peggior nemico di un dc di sinistra...

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