Pagine

Tuesday, June 19, 2012

Esodati, il vero scandalo è l'assalto alla diligenza

Sulla vicenda "esodati" un parere controcorrente. Si può spezzare una lancia in difesa della Fornero? Ha fatto confusione e ormai è intimidita, ma il vero problema è che non può dire la verità: non è uno scandalo mandare in pensione anticipata migliaia di cinquantenni in deroga alla riforma che vale per milioni di italiani? Non è una truffa che la previdenza funzioni come ammortizzatore sociale? E non sono aiuti di Stato, le aziende che usufruiscono del cosiddetto "scivolo" (guarda caso quelle partecipate dallo Stato, Poste, banche e grandi gruppi industriali)? L'unica colpa della Fornero è non avere il coraggio di denunciare il privilegio: gli esodati sono privilegiati o aspiranti tali, non vittime. La toppa è di buon senso se vale solo per quelli già usciti o prossimi all'uscita concordata dal lavoro, purché davvero vicini alla pensione. Tutti gli altri "esodandi" possono rinegoziare l'accordo con l'azienda, mentre per i disoccupati vicini alla pensione secondo i vecchi requisiti è un problema di welfare, non di previdenza.

Complici i media, i sindacati sono riusciti a far passare gli esodati come vittime cui viene improvvisamente negato un diritto acquisito, e a far passare per "esodati" anche gli aspiranti tali e chi non lo è. Hanno strumentalizzato il problema per sabotare la riforma delle pensioni. A ciò equivarebbe infatti, conti alla mano, allargare la "salvaguardia" ai 400 mila di cui si parla. Insomma, quello in corso è un vero e proprio assalto alla diligenza, cioè alle casse dello Stato.
LEGGI TUTTO su L'Opinione

3 comments:

luca said...

Articolo perfetto.
Il problema con le pensioni in Italia, è soprattutto culturale.
Decenni di demagogia politico-sindacale hanno creato la convinzione che la pensione sia un premio di buona condotta per lavoratori di mezza età.
Nate per venire incontro alle esigenze di chi non *poteva* più lavorare, le pensioni oggi vengono incontro alle esigenze di chi non *vuole* più lavorare.

Anonymous said...

Dico qualcosa di polticamente scorretto.

Ma non è forse meglio che accada anche quest'ennesimo assalto alla diligenza?
Ma non è meglio che continuando ad alzare la pressione fiscale tutta l'economia vera si fermi?
Ma non è meglio che il banco salti una volta per tutte?
Ma non è forse meglio che salti il welfare?

Ma chi ce lo fa fare di continuare a calciare il barattolo un po' più in là, in questo modo truffaldino?

Ma perché non si lascia che l'azzardo morale dei parassiti strangoli il sistema una volta per tutte?

Altrimenti continueremo così, da frustrati, a lamentarci dell'assenza di cultura liberale in questo paese ed in questo continente.
A renderci conto che tutto il sistema è marcio dalle fondamenta e ciononostante a sprofondarci dentro fino a soffocare.

Anonymous said...

NON SAPPIAMO PIU' PERDERE.

Cioè, non sappiamo più accettare il fallimento.

Lo stato non accetta mai i suoi fallimenti. Neppure la politica.

La sindrome di deresponsabilizzazione generalizzata che ormai pervade anche gli ultimi anfratti del pensiero dominante progressista viene proprio dal misconosciuto o inconsapevole rifiuto dell'idea di fallimento.
Da qui passa il successo del complottismo.

I liberali, in special modo gli "austriaci", invece contemplano nel loro orizzonte il fallimento e perciò la responsabilità individuale (sinonimo della libertà).

Per questo, oggi, non possono vincere.