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Friday, April 06, 2012

Riforma sacrificata sull'altare della Grande Coalizione

Meglio non compromettere le premesse di una Grande Coalizione con una rottura sull'articolo 18. Il compromesso al ribasso sulla riforma del lavoro può essere considerato a tutti gli effetti una prova tecnica di GC. Ma se è così, bisogna anche ammettere che l'esito è very bad. Prelude a riforme sempre più sbiadite, inutili, persino dannose. L'idea di una GC in cui diverse forze politiche mettano mano ai nostri problemi strutturali nell'emergenza non è campata in aria. Sarebbe senz'altro possibile se fosse limitata alle forze moderate e riformiste. Bisogna tuttavia fare i conti con quella che è da sempre la grande anomalia del sistema politico italiano. Se si pretende di mettere insieme una coalizione che va dai moderati ad un Pd a trazione Cgil, il rischio è che partorisca topolini rachitici come questa riforma. L'articolo 18, invece, poteva (anzi doveva) offrire l'occasione per costringere il Pd a decidere una volta per tutte tra linea riformista o camussiana. Male che fosse andata – il Pd che fa cadere il governo e tenta la "rivoluzione d'ottobre" – il sistema politico si sarebbe potuto scomporre/ricomporre attorno all'asse delle riforme, tra un "partito Monti" (anche senza Monti) e un "partito Grecia". La gioiosa macchina da guerra di Vasto si sarebbe infranta sul muro di un nuovo, ampio fronte moderato. Uno scenario in cui anche i mercati avrebbero potuto intravedere finalmente una certa chiarezza nella politica italiana.
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1 comment:

Anonymous said...

Dobbiamo essere COESI!
Dobbiamo essere AUSTERI!
Sobri! Poveri! Affasciati contro il complotto demoplutogiudaiocomassonico in versione XXI secolo!
Dobbiamo essere e rimanere quello che siamo sempre stati da un secolo a questa parte: fasciocomunisti, statolatri, sudditi e soprattutto MAI UOMINI LIBERI!