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Monday, April 23, 2012

La giornata: lunedì nerissimo e tasse da allarme rosso

Lunedì nerissimo per le Borse europee. Milano perde quasi il 4%, è sotto la soglia dei 14.000 punti, lo spread è salito fino a 410 punti. A preoccupare i mercati i risultati del primo turno delle presidenziali francesci (più Hollande che Le Pen, a mio avviso), la crisi politica in Olanda dopo il fallimento delle trattative sulle misure di austerity per ridurre l'elevato deficit, e come se non bastasse il dato negativo del manifatturiero in Germania.

Nel frattempo prosegue con tutti i connotati del bluff il dibattito sulla spending review. Passera, Giarda, Patroni Griffi, Grilli, nemmeno una parola di chiarezza, solo mezze frasi, per di più contraddittorie, che non fanno presagire nulla di buono da questa ormai mitologica spending review. Non se ne capiscono la natura (razionalizzazione o tagli in profondità?), il target (5-6, 13, o 20-25 miliardi?) né l'utilizzo degli eventuali risparmi (taglio delle tasse o nuove spese?). Di sicuro nella delega fiscale di ridurre le tasse non se ne parla.

Su tasse e spesa pubblica è ancora una volta la Corte dei Conti a tuonare. Dopo aver constatato, già nel dicembre scorso, che il governo stava mirando al pareggio di bilancio nel paradosso di un ulteriore aumento del livello di intermediazione del bilancio pubblico, oggi intervenendo davanti alle commissioni Bilancio il presidente Giampaolino ha confermato che il carico fiscale supererà il 45%; ha avvertito che forzando «una pressione già fuori linea nel confronto europeo», e generando quindi «le condizioni per ulteriori effetti recessivi», il «pericolo di un cortocircuito rigore-crescita non è dissipato nell'impianto del Def». Anzi, «prendendo a riferimento il 2013, l'anno del pareggio di bilancio, si può calcolare che l'effetto recessivo indotto dissolverebbe circa la metà dei 75 miliardi di correzione netta attribuiti alla manovra di riequilibrio».

Proprio in considerazione dell'allarme per gli effetti recessivi delle tasse, la Corte dei Conti suggerisce di «aggredire» la spesa, ma «non solo nei suoi aspetti patologici quali sprechi e sperperi», e di «riconsiderare drasticamente» alcune organizzazioni della pubblica amministrazione.

Mentre le reazioni italiane al primo turno delle presidenziali francesi si dividono tra patetiche e schizofreniche, e Bersani giura che non è tentato dal voto a ottobre sull'onda del probabile successo di Hollande (invece l'idea sembra prendere piede nel Pd), novità positive arrivano dall'India. La Corte Suprema infatti ha deciso di ammettere il ricorso presentato dall'Italia sull'incostituzionalità della detenzione dei due marò. Così il caso passa nelle mani della massima autorità giudiziaria federale ed esce dalla giungla politico-giudiziaria dell'insignificante Stato del Kerala. E' probabile che a livello federale abbiano maggior peso sia il diritto internazionale che i rapporti con l'Italia.

1 comment:

Anonymous said...

Ma Monti non aveva detto che il differenziale non sarebbe più risalito?Il Messia bocconiano forse stava raccontando una barzelletta delle sue.
Toni