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Wednesday, April 11, 2012

La giornata: anche il sobrio Monti s'innervosisce; Pdl redivivo su lavoro, fisco e debito

SOLE TRA I MONTI - Dopo il tonfo di ieri quello di oggi è poco più di un rimbalzo per Piazza affari (+1,6%) e per i nostri titoli decennali (385 lo spread). Sui giornali è ripartita la caccia agli speculatori, purtroppo anche dalle pagine del Sole24Ore. Sul principale quotidiano economico del nostro Paese, organo di Confindustria, tocca leggere una inutile difesa d'ufficio di Monti, il quale non dovrebbe prendersela se per il WSJ non è una Thatcher, «come se il paragone fosse un complimento», ironizza l'autore dell'articolo. Per il quotidiano del "Fate presto" ora "La scommessa è sul lungo periodo". Vabbè.

CATTIVA AUSTERITA' - Si dà la colpa all'austerity, che aggrava la recessione nei Paesi eurodeboli e li allontana dagli obiettivi di bilancio. Vero, ma di che tipo di austerity si tratta? L'approccio austerità più riforme per la crescita è l'unico per sperare di uscire dalla crisi. Il problema sono la finta, o "cattiva" austerità (più tasse anziché tagli alla spesa pubblica) e le finte riforme. Purtroppo è l'approccio - conclamato, dopo l'intervista di Giarda e la «resa» sull'articolo 18 - del governo italiano, e i mercati lo stanno sanzionando.

ASTA - Con le aste di oggi abbiamo purtroppo già incorporato nei rendimenti l'aumento dello spread. Anche se la domanda è risultata «sostenuta, come nelle attese», osserva Bankitalia, i titoli semestrali sono andati via con un rendimento al 2,84%, ai massimi da dicembre e il doppio dell'ultima asta (1,40%); i trimestrali all'1,25% rispetto allo 0,5% del collocamento dello scorso mese, oltre il doppio quindi, e per di più con bid-to-cover in calo dal 2,23 all'1,81%.

PIL E BANCHE - Le brutte notizie non finiscono qui. Il viceministro Grilli ha confermato che il governo è pronto a rivedere al ribasso le stime del Pil per il 2012 (da -0,4% a -1,3%, un punto percentuale in meno dopo solo un trimestre) e ha reso noto che per effetto dei prestiti della Bce nella pancia delle nostre banche sono finiti ulteriori 60 miliardi di titoli di Stato (dai 209 miliardi nel dicembre 2011 ai 267 di febbraio). Il che vuol dire che i loro portafogli sono ancora più gonfi di rischio sovrano, e potrebbe essere questo uno dei motivi delle perdite in Borsa, e che il calo dello spread nelle ultime settimane è principalmente dovuto ad acquisti "nostrani", e gli investitori esteri se ne stanno accorgendo.

STRESS MONTI - Monti se l'è dovuta rimangiare quella frase pronunciata in Asia - la crisi dell'Eurozona è «superata» - e alla nuova, inattesa impennata dei rendimenti, con l'esaurirsi della spinta riformatrice del governo, affiora un certo nervosismo anche nei tecnici, aumentano le assonanze con i politici. Il sobrio, il controllato Monti reagisce nello stesso modo che rimproveravano a Berlusconi: puntando l'indice verso gli altri Paesi - oggi il «contagio spagnolo» - e persino verso le critiche interne (delle imprese e dei suoi colleghi professori, i soliti Alesina e Giavazzi). Il tecnico per eccellenza, preso dallo sconforto per i dati economici, cede anche allo strumento politico per eccellenza, il vecchio caro retroscena, per far filtrare tutta la sua arrabbiatura nei confronti della Marcegaglia per le dichiarazioni sulla riforma del lavoro («very bad»). Ma è preoccupante che possa apparire verosimile, nonostante la competenza e l'intelligenza attribuite al professore della Bocconi, che Monti creda davvero che Wall Street Journal, Financial Times, e infine gli investitori, si siano tutti fatti influenzare dalle opinioni della Marcegaglia e non abbiano, piuttosto, bocciato loro stessi la pessima riforma del lavoro varata dal governo.

In giornata Palazzo Chigi ha smentito che in questi giorni il premier abbia commentato «direttamente o indirettamente» le cause che sarebbero all'origine della risalita dello spread, ma a confermare la versione dei retroscenisti è il ministro Passera, che a margine di un convegno sul digitale chiama in causa «Germania e Spagna», a cui si sarebbero aggiunti «i dati non buoni di Usa e Cina». Fatto sta che a Madrid si sono risentiti e Rajoy, pur senza nominare Monti, ha chiesto ai leader europei di «essere prudenti» nelle dichiarazioni sulle responsabilità della crisi. Non c'entrerebbe niente, invece, assicura il ministro, la riforma del lavoro.

PDL REDIVIVO - Riforma che questa mattina ha iniziato il suo iter in commissione al Senato. Il ministro Fornero ha spiegato che «non è un testo definitivo, si possono fare dei cambiamenti per migliorare l'equilibrio nel suo complesso, senza però arretramenti», ha avvertito. Il Pdl però offre una sponda alle imprese chiedendo una «profonda revisione» del ddl. Parole che suonano come un vero e proprio stop. Nel mirino la troppa rigidità reintrodotta nei contratti di ingresso nel mercato del lavoro. Domani seguirà un incontro con gli imprenditori prima di definire gli emendamenti. Pdl attivo anche sul fronte del debito, con la richiesta di dismettere asset pubblici non strategici, immobiliari e non, e fiscale, con gli emendamenti per l'Imu rateizzabile e una tantum e per evitare l'aumento dell'Iva di due punti, previsto per ottobre. Buona fortuna.

ORA VENDOLA - Infine, si allarga il fronte giudiziario: dopo Bossi, ecco Vendola indagato a Bari, per abuso d'ufficio nella nomina di un primario. Sarà un caso che la magistratura sta decapitando i vertici delle uniche opposizioni a Monti e alla "Grande Coalizione"?

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