Pagine

Monday, December 19, 2011

Non stupisce, purtroppo, la violenza della Camusso

Le interviste domenicali ci hanno regalato un Tremonti che si lamenta con Monti per le troppe tasse e il poco sviluppo, tra le cose più ridicole e spudorate sentite in tutto il 2011, e un Passera che si candida al ruolo di nuovo Prodi («occuparsi di bene comune è il più bello dei lavori»). Oggi invece entra nel vivo lo scontro sull'art. 18 e non stupisce la violenza verbale di Susanna Camusso, leader della Cgil, in un'intervista al Corriere della Sera: sulle pensioni parla di intervento addirittura «folle» da parte del governo, al quale attribuisce anche un «tratto autoritario». E poi ecco l'immancabile personalizzazione del "nemico", che in questo caso viene identificato nel ministro Fornero, accusata di una «aggressione nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici». Tra l'altro, oltre che un insulto alla Fornero, quando la Camusso afferma che «fatto da una donna, stupisce molto», insulta anche tutto il genere maschile, evidentemente essendo gli uomini i soli capaci delle peggiori nefandezze.

Purtroppo invece non stupisce affatto la violenza verbale della Camusso, in pieno stile Cgil, e anzi accusare la Fornero di «aggredire» i lavoratori ricorda in modo inquietante l'appellativo «limaccioso» di Cofferati all'indirizzo di Marco Biagi. La Fornero stessa è consapevole della «personalizzazione dell'attacco» e si dice dispiaciuta «per un linguaggio che pensavo appartenesse a un passato del quale non possiamo certo andare orgogliosi».

Se poi, come già annunciato da Monti nel suo discorso alla Camera per la prima fiducia, il superamento dell'art. 18 dovesse limitarsi ai nuovi contratti - uno dei limiti della proposta di Ichino - l'impatto sarebbe estremamente limitato in termini di incentivo alla crescita e all'occupazione, sarebbe davvero poco più che simbolico, il terreno ideale per uno scontro meramente ideologico. Ma sarebbe ancor più deludente in termini di «equità». Il mercato del lavoro infatti resterebbe "duale" ancora per molti anni, finché gli attuali assunti a tempo indeterminato non andranno in pensione e i nuovi contratti non disciplineranno la maggioranza dei rapporti in essere.

No comments: