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Tuesday, June 15, 2010

I dubbi (tardivi) di Lippi

Tanto in basso erano scese le aspettative per questa nazionale dopo le ultime amichevoli, che visto l'esordio di ieri sera c'è chi ha tirato un sospiro di sollievo, non pochi commentatori in tv hanno voluto vedere il bicchiere mezzo pieno. Per quanto mi riguarda, nel bicchiere c'è un ultimo amaro sorso. Avevo pronosticato una sconfitta. Non è che avessi sottovalutato i nostri, ho sopravvalutato il Paraguay, da cui mi aspettavo qualcosa in più a livello di tecnica individuale, mentre si sono rivelati davvero scarsi, incapaci di impostare un contropiede e di azzeccare due passaggi di seguito, e per giunta terribilmente lenti, persino più dei riflessi di Chiellini. Insomma, il nostro si conferma un girone materasso e la partita di ieri sera una delle più noiose giocate fino ad ora (dopo Olanda-Danimarca). Loro un gol, un tiro in porta nel primo tempo e uno nel secondo; noi un gol regalato dalla sfarfallata del loro portiere, un "dieci piani di morbidezza" srotolato da Montolivo nel primo tempo e due tiri in porta nel secondo (Pepe e di nuovo Montolivo). Non è che non siamo stati "concreti" sotto porta, è che non abbiamo proprio creato occasioni da gol, e sul finale l'arbitro ci ha graziati evitando di estrarre il secondo giallo su Camoranesi.

Quando ha ripreso la guida della nazionale, Lippi aveva due strade davanti a sé: usare il suo prestigio per costruire e far crescere un nuovo gruppo, puntando sui giovani e due-tre 'esperti' (per esempio Buffon, Pirlo e De Rossi); o affidarsi al vecchio gruppo dei "reduci" del 2006. Ha scelto la seconda strada e l'ha imposta a tutti con decisione, chiedendo rispetto e fiducia. Fino a pochi giorni dal Mondiale, quando evidentemente ha cominciato a dubitare e molto "italianamente" a inseguire una confusa via di mezzo, né carne né pesce.

In questi due anni ha mantenuto per sette undicesimi la stessa squadra del 2006. Improvvisamente, a pochi giorni dalle convocazioni, ha cominciato a capire che il gruppo andava svecchiato. Prima ha fatto fuori Grosso dai 23, poi Camoranesi dagli 11 titolari. E infine, sorprendendo tutti, ha escluso Di Natale dalla prima per fare spazio a Marchisio in un modulo inedito. Io avrei intrapreso dall'inizio la prima strada, puntando sui giovani. Ma chi? Non ci sono giovani di talento, mi sento ripetere. Eppure, secondo me è solo una questione di notorietà e in due anni si poteva costruire un buon gruppo. Ma ora è troppo tardi per affidarsi totalmente ai giovani che non si sono fatti crescere in questi due anni e per "sperimentare" nuovi moduli.

Per di più, infatti, in preda ad un evidente stato confusionale, Lippi ha adottato per l'esordio un modulo e una formazione mai provati prima. Iaquinta, Marchisio e Pepe dietro ad un'unica punta, Gilardino. E' dovuto tornare in fretta al 4-4-2 nel secondo tempo, inserendo uno alla volta Camoranesi e Di Natale, pur non riuscendo tuttavia a nascondere i suoi errori. La squadra è migliorata davanti, ma i problemi noti rimangono: Iaquinta ha passato una stagione travagliata ed è un blocco di marmo; Camoranesi e Zambrotta bolliti. Cannavaro non è più quello del 2006. Con Criscito gli è andata benino, ma con Marchisio malissimo. Montolivo è ancora acerbo, senza ruolo. Gilardino poco assistito e lento; Di Natale ha dimostrato già allo scorso Europeo di essere da Udinese ma non da nazionale.

Ma ormai è tardi per tornare indietro, gli uomini sono questi. Proverei a mettere Di Natale al centro dell'attacco, più vicino possibile alla porta, dove potrebbe meglio sfruttare la vena realizzativa mostrata durante tutto il campionato. Assistito da Pepe e Iaquinta. A centrocampo De Rossi, Palombo finché Pirlo è infortunato (tanto vale avere più sostanza se in quel ruolo non abbiamo alternative di qualità) e Montolivo. Oppure, Pazzini al centro e Di Natale seconda punta. A centrocampo Pepe a destra e Montolivo a sinistra, con De Rossi e Palombo sempre al centro.

In attesa di Brasile e Spagna, le altre "grandi" che hanno giocato finora non sono andate molto meglio di noi. Solo la Germania ha impressionato (in gran forma Klose e Podolski), ma l'Australia era ben poca cosa. Probabile che i tedeschi, compatti e organizzati ma non eccelsi, facciano come al solito un buon Mondiale, pur senza arrivare in cima. Francia-flop come previsto, dovrà guardarsi da Uruguay e Sudafrica e, soprattutto, dal solito Domenech (che ha lasciato fuori i più brillanti tra i suoi, Henry e Malouda). L'Argentina mi ha deluso: solo Messi, ma non tutte le squadre lo lasceranno in pace come hanno fatto i nigeriani. Per il resto, tanta disorganizzazione, e le "maradonate" rischiano di pesare: non convocati Cambiasso e Zanetti, fuori Milito per un Tevez che è un doppione inutile di Messi, e Veron in mezzo lento come il 30 barrato in manovra. Bene l'Inghilterra di Capello (gli Usa erano la squadra più ostica tra quelle incontrate dalle "grandi" all'esordio), ma quanto peserà l'insicurezza in porta?

Ha deluso anche l'Olanda, impacciata a aiutata solo dalla fortuna contro una buona ma grigia Danimarca. Tra le africane tutte le aspettative sono per Ghana e Costa d'Avorio. Finora Camerun e Nigeria hanno deluso, mentre il Sudafrica potrebbe essere la sorpresa. Vedo sicure agli Ottavi dai primi sei gironi Argentina e Corea del Sud, Inghilterra e Stati Uniti, Germania e Ghana, Olanda e Italia. A rischio invece la Francia, con Uruguay, Messico e Sudafrica minacciose. Al di là delle favorite Spagna e Brasile, due euri per la vittoria finale li punterei sulla Costa d'Avorio, ma anche sull'Inghilterra con il valore aggiunto Capello. Considerate che mai una squadra europea ha vinto un Mondiale fuori dall'Europa, ma questa volta non c'è fuso orario e la temperatura è fresca.

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