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Wednesday, June 10, 2009

Senato indegno, umilia la democrazia

La visita ufficiale del dittatore libico Gheddafi a Roma ci sta tutta. La Libia ha accettato di abbandonare e smantellare per davvero (al contrario della Corea del Nord) i suoi programmi (per la verità piuttosto desueti) di armamenti di distruzione di massa; da tempo non sostiene più organizzazioni terroristiche (che da tempo ormai per i gusti del regime libico si sono troppo islamizzate e hanno sempre meno a che fare con la causa palestinese e il panarabismo); infine, ma non meno importante, Italia e Libia hanno da poco firmato un trattato di amicizia, che prevede anche un accordo sul contrasto al traffico di clandestini.

Un trattato controverso, perché il regime di Gheddafi, sia pure non più minaccioso per gli altri, continua a opprimere il suo popolo e a violare i diritti umani. Tuttavia, di fronte ai libici non abbiamo molta autorità morale, visto che sui rapporti tra i due popoli pesano lo sterminio e le atrocità commesse dagli italiani negli oltre 30 anni di occupazione, che in qualche modo dovrebbero essere riconosciuti e "riparati". Il trattato di amicizia e la visita ufficiale di Gheddafi in Italia, quindi, non dovrebbe suscitare troppo scandalo. Certo, nella natura dispotica del potere di Gheddafi avremmo potuto trovare un facile alibi per rimandare sine die la "riconciliazione", ma in questo caso non ci saremmo comportati molto diversamente dalla Turchia nei confronti degli armeni.

Detto questo, sarebbe stato bene non esagerare. La posizione del governo e della maggioranza (ma anche del Pd, su questo concorde con il PdL), fin qui difendibile, diventa indifendibile se al leader libico viene addirittura concesso di parlare in aula al Senato. Passi per la folcloristica tenda, ma che un dittatore sia legittimato da una così importante istituzione di un paese democratico è davvero ripugnante. Gli Stati Uniti parlano, trattano e concludono accordi con tutti, ma il Congresso è un luogo sacro e quasi invalicabile. Evidentemente non la pensano così i nostri senatori riguardo la nostra camera alta e i valori che rappresenta.

UPDATE: Gheddafi come al solito si è presentato vestito da pupazzo. Con quei capelli tinti, gli occhiali scuri e le spalline, sembra uno strano incrocio tra Michael Jackson e Kim Jong Il.

1 comment:

J.C. Falkenberg said...

d'altronde, è lo stesso Parlamento che tollera di avere una sala dedicata ad un vandalo quasi assassino, ucciso dalla propria vittima per difendersi