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Wednesday, June 10, 2009

Il WSJ si ricrede: altro che Freedom Agenda

Era stato proprio il Wall Street Journal, all'indomani del discorso del presidente Obama al Cairo, a titolare "Barack Hussein Bush", sostenendo, in un editoriale che mi aveva lasciato perplesso, che ciò che stava offrendo al mondo musulmano non era né più né meno che la Freedom Agenda di Bush. E proprio il WSJ poche ore dopo si è dovuto ricredere, scoprendo che l'amministrazione sta tagliando i fondi destinati alla promozione della democrazia.

In Egitto i soldi a disposizione dei programmi sono stati ridotti da 50 a 20 milioni di dollari, a meno della metà. I fondi stanziati per i gruppi indipendenti del 70% e oltre, «nonostante la spesa record su quasi tutte le altre voci di bilancio». Lo scorso mese l'ambasciatore in Egitto ha tagliato 11 milioni ai programmi destinati alla società civile. «Da ora in poi solo i gruppi approvati dal regime di Mubarak potranno accedere a questi "fondi per il sostegno economico" - sostanzialmente un potere di veto del Cairo sugli aiuti americani».

«La bassa priorità assegnata alla promozione della democrazia è evidente in tutta l'amministrazione», dal Consiglio per la Sicurezza nazionale, dove nessuno si occupa direttamente di democrazia e diritti umani, inglobati sotto la voce "istituzioni multilaterali e sviluppo"; al Dipartimento di Stato, dove «il posto di assistente del segretario per la democrazia e i diritti umani rimane vuoto».

Nella sua prima visita in Cina, ricorda il WSJ, H. Clinton ha «eluso» il tema dei diritti umani. Il «reset» nelle relazioni con il Cremlino limita il dialogo «al controllo degli armamenti e alla difesa missilistica», sorvolando sulla «tormentata società civile» russa e sulle «minacce» alle giovani democrazie confinanti. Parlando di Afghanistan, il segretario alla Difesa Gates ha minimizzato l'obiettivo di creare una società libera.

«Queste scelte - osserva il quotidiano - riflettono l'emergere di una politica estera neo-realista... Se può consolare, Bush si fermò nel suo sostegno ai dissidenti nei paesi del Medio Oriente come l'Egitto e si accorse in ritardo del lato oscuro del regime di Putin». Ma il «migliore argomento» in favore della promozione della democrazia, come ha ricordato lo stesso Obama al Cairo, è che «le democrazie sono in definitiva più stabili, riuscite e sicure». Per questo «è nell'interesse dell'America vedere la libertà diffondersi nel mondo» e la difesa della democrazia «appartiene a una lunga tradizione bipartisan».

Sul discorso di Obama al Cairo aveva visto giusto David Brooks, che proprio sul tema della democrazia aveva notato una «grande ritirata verso il realismo»: «Una parte del discorso era dedicata alla promozione della democrazia, e considerando le discussioni su di essa nell'amministrazione, forse dovremmo essere contenti che ci sia stata. Ma era pomposa e astratta - il tipo di prosa che uno adotta dopo una discussione interna rimasta irrisolta». Il presidente infatti non aveva veramente difeso le istituzioni democratiche. Affermare genericamente che i governi «dovrebbero riflettere la volontà della gente» e che i cittadini dovrebbero «poter dire la loro» su come sono governati, e aggiungere che comunque «ogni nazione dà vita a questi principi a suo modo, a seconda delle tradizioni del proprio popolo», è un modo per dare a tutti i regimi autocratici una scappatoia.

Oggi il Wall Street Journal nota che forse l'amministrazione Obama, viste le recenti provocazioni da parte della Corea del Nord, sta riconsiderando la politica tenuta dalle amministrazioni Clinton e G. W. Bush nei confronti di Pyongyang: H. Clinton ha ipotizzato di reinserire il regime nordcoreano nella lista degli stati terroristi. «Sarebbe l'inizio del buon senso se Obama e il suo segretario di Stato capissero che la Corea del Nord è uno stato che semplicemente non può essere comprato con gesti e dialogo». Anche Christian Rocca, su Il Foglio, vede importanti segnali di un cambio di rotta. Addirittura, nell'amministrazione Usa qualcuno comincia a parlare di regime change e a usare i toni di Bolton.

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