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Tuesday, January 08, 2008

L'immondizia come allegoria di un sistema di potere

A oltre una settimana dagli scontri di Pianura (Napoli), ieri sera in tv il sottosegretario Letta e il ministro Pecoraro Scanio mostravano di saperne meno di uno spazzino e di una casalinga infuriata in collegamento: erano appena tornati dalle vacanze e si vedeva; dopo una settimana di scontri il Governo, (con i su citati suoi esponenti) non era in grado di rispondere alle preoccupazioni dei manifestanti e lasciava la polizia a scontrarsi con la folla senza neanche aver deciso se la discarica di Pianura dovesse essere riaperta; le ragioni degli abitanti di Pianura non mi sembravano infondate, anche perché nel merito non ho sentito esponenti di governo contraddirle, tanto che oggi, infatti, il nome "Pianura" non compare tra i siti individuati nel nuovo piano governativo: forse perché rientra negli "altri siti individuati dalle autorità competenti"?

Si parla di «tre termovalorizzatori o gassificatori»: per quello di Acerra la gara di appalto terminerà il 31 gennaio e da lì occorrerà almeno un anno per la sua entrata in funzione. Per quelli di Santamaria La Fossa e Salerno ci vorrà ancora più tempo.

Guai se altre regioni dovessero accettare, «per solidarietà», di ospitare nei propri cicli rifiuti l'immondizia partenopea. Perché passata l'emergenza, nulla cambierebbe. E' questo il momento di apparire "leghisti". Il tempo è scaduto ed è ora che i campani avvertano sulle loro spalle tutto il peso delle loro scelte collettive. E quanti quelle scelte non le hanno condivise alzino la voce. Non si può sempre approfittare dell'erba del "vicino".

I tre maggiori responsabili di una situazione vergognosa per l'immagine dell'Italia intera (Bassolino e Iervolino, da un decennio amministratori locali di Napoli e della Campania, e Pecoraro Scanio, per i suoi veti sui termovalorizzatori) rifiutano di dimettersi.

I danni economici di questo scandalo per una città come Napoli, nei termini di un sensibile calo di attrattività turistica, si contano in milioni di euro. Si discuta di introdurre la responsabilità patrimoniale del pubblico amministratore: chi sbaglia e arreca un danno, paghi.

Il problema di Napoli e della Campania è un sistema di potere che ha distrutto la società civile. Un numero enorme di napoletani e campani vive direttamente di politica o di spesa pubblica. Per ogni spazzino a Milano ce ne sono tra 20 e 25 a Napoli. Un proliferare di consorzi, municipalizzate, cooperative, società di servizi, tramite cui gli amministratori curano le proprie clientele sperperando denaro pubblico. Non è camorra questa? La camorra non ha bisogno di scendere nelle strade a tirare sassi, perché è già negli appalti, nei cda, nei consigli comunali, nelle discariche illegali, nei terreni venduti a peso d'oro.

Ma la magistratura napoletana, che pure sta indagando su Bassolino, sembra molto più solerte in altre stravaganti inchieste.

E nonostante un danno d'immagine irrecuperabile per il Governo Prodi e il centrosinistra, nessun leader nazionale del Partito democratico osa chiedere le dimissioni di Bassolino e Iervolino, perché quel sistema di potere, quel bacino di clientele alimentato dal denaro dei contribuenti, alla fine dei conti serve.

Quei cumuli di immondizia sono la migliore allegoria della maleodorante politica che da anni sta soffocando Napoli e la Campania e rischia di infettare il resto del Paese.

2 comments:

Anonymous said...

Sistema di potere fino ad un certo punto. Proprio perché potere locale deve far molto più i conti con la società. Insomma se si son scelti Bassolino sindaco per 8 anni e Governatore per altrettanti mi viene da desumerne che alla maggioranza dei napoletani vada bene, se non faccia comodo, così. Sbaglio?

Anonymous said...

L'immondizia al potere.