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Thursday, May 31, 2007

La sinistra del parassitismo punita dai produttori

Prodi e BertinottiUna lezione anche per il centrodestra

«Noto che per la prima volta le sinistre vengono sostanzialmente sradicate dal nord, dove sono ridotte a fenomeno marginale. Siamo di fronte a un passaggio drammatico e storico per la sinistra in Italia».
Così Fausto Bertinotti, ieri a la Repubblica.

Come osserva Andra Mancia, Bertinotti dimostra ancora una volta di essere «abbastanza intelligente da intuire l'emergere di un fenomeno, ma troppo comunista per comprenderne le cause e analizzarne sensatamente la dinamica».

Il problema - un'altra conferma dell'analisi produttori e outsider vs. burocrati e protetti - è che la sinistra non solo è incapace di rappresentare il mondo dell'impresa, manifestando ancora insofferenza, se non avversione, per il libero mercato, il profitto, e il rischio d'impresa, ma non è neanche più in grado di parlare ai lavoratori dipendenti, che mostrano di cominciare a capire che i costi dello statalismo e del deficit di meritocrazia deprimono lo sviluppo e danneggiano le loro stesse possibilità di migliorare il proprio status socio-economico.

Chi lavora, e sta sul mercato, da imprenditore, più o meno benestante, da dipendente, e persino da operaio, nella piccola e media impresa, e chi nel mondo del lavoro cerca di entrarci scontrandosi con le mille barriere corporative, il familismo e il clientelismo - i cosiddetti outsider - vede nella sinistra al governo il peggiore dei mali per i suoi interessi e le sue chance, perché rappresenta ormai solo le grandi burocrazie parassitarie, le corporazioni, gli assistiti, le clientele della politica. In altre parole, oggi la sinistra è conservazione di rendite e privilegi.

I produttori (imprenditori, lavoratori autonomi e dipendenti) non privilegiati, che ho chiamato "Terzo Stato", sono disposti quindi a votare un centrodestra che a sua volta, raccogliendo consensi anche in una parte del mondo delle professioni, anch'esso protetto e chiuso al mercato, e persino dagli statali, si dimostra incapace, quando chiamato, a rispondere coerentemente ed efficacemente alle loro istanze. Se poi anche i grandi industriali ai vertici di Confindustria decideranno di rinunciare alle protezioni, agli oboli e ai rapporti con la politica, e di allearsi con i produttori, allora avremo la svolta che molti hanno voluto vedere nelle recenti prese di posizione di Montezemolo.

Chi riuscirà, quindi, a intercettare, mobilitare, rappresentare e soddisfare politicamente questo "Terzo Stato" sempre più consapevole di dover agire contro le caste?

1 comment:

Anonymous said...

Però due parole di omaggio alle sensate idee del Prof.De Marchi potresti anche scriverle....

Sennò lo obblighi pure tu ad autocitarsi...

P.S.: Caro Prof., non me ne voglia... è stato più forte di me...