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Monday, May 14, 2007

Il Papa relativista manda all'inferno il capitalismo

«Una Chiesa missionaria, impegnata ad annunciare l'amore di Dio al mondo globalizzato – che rischia di traformare il lucro in valore supremo - che vuole dare testimonianza, che non fa politica, ma proclama che una società che non riconosce Dio non è capace di produrre strutture giuste, come dimostrano i frutti amari di marxismo e capitalismo, e che difende la famiglia.

Qui sta precisamente il grande errore delle tendenze dominanti nell'ultimo secolo, errore distruttivo, come dimostrano i risultati tanto dei sistemi marxisti quanto di quelli capitalisti. Falsificano il concetto di realtà con l'amputazione della realtà fondante e per questo decisiva che è Dio. Chi esclude Dio dal suo orizzonte falsifica il concetto di "realtà" e, in conseguenza, può finire solo in strade sbagliate e con ricette distruttive.

Tanto il capitalismo quanto il marxismo promisero di trovare la strada per la creazione di strutture giuste ed affermarono che queste, una volta stabilite, avrebbero funzionato da sole; affermarono che non solo non avrebbero avuto bisogno di una precedente moralità individuale, ma che esse avrebbero promosso la moralità comune. E questa promessa ideologica si è dimostrata falsa. I fatti lo hanno evidenziato. Il sistema marxista, dove è andato al governo, non ha lasciato solo una triste eredità di distruzioni economiche ed ecologiche, ma anche una dolorosa distruzione degli spiriti. E la stessa cosa vediamo anche all'ovest, dove cresce costantemente la distanza tra poveri e ricchi e si produce un'inquietante degradazione della dignità personale con la droga, l'alcool e gli ingannevoli miraggi di felicità».
Così Benedetto XVI ai vescovi latino-americani.

Un contentino "anti-imperialista" e no-global dopo essersi disfatto della teologia della liberazione? Per chi ancora non lo avesse capito, dopo la fine del comunismo la Chiesa cattolica ha individuato nel liberalismo il nuovo principale nemico ideologico da affrontare. Già negli ultimi anni del Pontificato di Wojtyla e ora in modo ancora più esplicito con Papa Ratzinger. Non conta quanto ci vorrà: se decenni o secoli. La Chiesa di Roma ragiona con l'orologio dell'eternità. E se per sconfiggere il comunismo si è alleata alla più potente delle democrazie liberali, chi se non l'Islam, certo quello integralista ma mondato dell'irrazionalità e dell'eccessiva violenza, sarà l'alleato di questa nuova battaglia?

Fin dal giorno della sua elezione il nuovo Papa non ha mai nascosto le sue idee bellicose nei confronti del relativismo e del liberalismo, «i venti di dottrina», e i "liberali" che si sono offerti - in ossequio a quel principio di «sana laicità» così funzionale agli appetiti teocratici - di far camminare sulle proprie gambe le posizioni illiberali della Chiesa, scambiandola per l'ultimo baluardo dei valori dell'Occidente, si sono assunti un rischio che avevamo ben calcolato.

«Peccato che ieri i liberali fossero tutti al Family Day e non abbiano trovato il tempo di ascoltare il loro Papa in una delle sue ormai proverbiali interpretazioni della storia ad uso e consumo di Santa Romana Chiesa. Un'apoteosi di confusione, un inno al relativismo come pochi», commenta 1972, che si è disturbato a ripescare un nostro vecchio post sull'omelia pronunciata dall'allora ancora Cardinale Ratzinger alla messa "Pro eligendo Papa" in apertura di Conclave. Un «pessimismo un po' prematuro», ma forse non del tutto infondato.

Oggi Ratzinger attribuisce al liberalismo un «fallimento immaginario», osserva 1972: «Operazione bugiarda e interessata: cosa resta se tutto annega nello stesso mare di indistinzione? Cosa resta dopo che tutto ciò che è secolare fallisce? Restano la Chiesa e il suo messaggio. Restano Ratzinger e la folla plaudente che vede in lui il supremo difensore dei valori dell'occidente. Che nel frattempo, evidentemente, devono essere cambiati».

Già, e quanto ai "liberali", quelli attaccati alle sottane vaticane, c'è da scommettere che faranno finta di niente.

4 comments:

Anonymous said...

Non dicono niente per non dare un dispiacere al loro nuovo amico, Pezzotta.

Comunque è tempo perso. I babbei invasati non ammetteranno mai di essere babbei invasati. Al limite posteranno il solito patetico commento sull'errata interpretazione delle parole del papa.

Tutto lecito. Quello che mi fa schiumare di rabbia è che continuano a utilizzare il cavallo di Troia del liberalismo, le stronzate tipo "Casa delle Libertà".

Anonymous said...

Umberto Bossi: "Mi arrabbio di meno. Prima cadevo in tutte le trappole, ora ho imparato a guardare solo alle cose importanti. Ormai capisco perché si dicono certe cose, perché si fanno certe scelte. Riesco a essere distaccato, a non farmi travolgere."

Anonymous said...

Ecco altri alleati del Papa e dell'Islam in azione catastrofista-anticapitalista a Milano: tra barbe finto-incolte e occhiali intellettualoidi spunta l'ineffabile cappellino noglobal della revoluciòn...

http://www.corriere.it/vivimilano/
gallery/Milano/vuoto.shtml?
2007/05_Maggio/vene/1&1

Anonymous said...

forse sarebbe il caso di far notare al papa che il capitalismo (inteso come sinonimo di liberismo) non esiste più da ormai cent'anni.