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Thursday, April 20, 2006

Un problema di antropologia politica

Caro direttore, secondo Cafagna la Rosa nel Pugno doveva capire che «in Italia non si può governare, repubblicanamente e democraticamente, senza cattolici, senza una parte cattolica».

Non ho ancora capito perché il "cattolico" e il "laico" debbano essere identità che si parlano, si accordano, governano pure insieme, ma rimangono distinte. Anche etimologicamente non lo sono: il laico si distingue dal chierico, non dal credente. Di più: nel vissuto reale delle persone laico e credente sono sinonimi ed entrambi si contrappongono a clericale, che non è né credente, né laico.

Dunque, in politica ci sono liberali di religione cattolica, ma sono liberali. Socialdemocratici di religione cattolica, ma sono socialdemocratici. Conservatori di religione cattolica, ma sono conservatori. Persino comunisti di religione cattolica, ma sono comunisti. Voglio dire: impariamo a usare in politica le categorie della politica. Ciò non significa governare «senza cattolici», ma liberarli dal doversi riconoscere come parte, fazione, costituita sulla base di un'identità religiosa anziché politica; liberarli dall'invadenza di una questione che non è cattolica, ma vaticana. Stare cioè in politica come rappresentanti di una "patria" vaticana.

In tutta l'Europa continentale l'impegno politico dei cristiani ha preso la forma di partiti confessionali (perché dall'altra parte c'erano i comunisti), ma ancora oggi fatichiamo a liberarci di questo residuo del '900. Perché dobbiamo arrenderci a un bipolarismo composto di partiti post-confessionali e post-ideologici?

Cafagna avverte che una forza politica che voglia raccogliere la tradizione socialista può anche «allearsi con il solidarismo cattolico e con il cattolicesimo liberaldemocratico, ma non può vantaggiosamente "fondersi" con questi in uno stesso partito, senza amputarsi e snaturarsi». Noi vorremmo che potesse. E' il dilemma del Partito democratico. «Ciò almeno - aggiunge Cafagna - finché non si sarà completamente "americanizzata" l'antropologia politica di questo nostro paese».

Ecco, direi a Cafagna, invece dovremmo proprio cercare di "americanizzarla" l'antropologia politica del nostro paese. Ecco perché siamo naturalmente portati verso un Partito democratico ma allo stesso tempo sappiamo che non può nascere - se non come somma di post-democristiani e post-comunisti - se la laicità non è tra i suoi principi costitutivi, se il contributo dei cattolici è quello di «una parte cattolica» e non di singoli "democratici" che fanno politica e sono anche di religione cattolica.

Proprio alla Rosa nel Pugno si chiede di prendere atto di uno status quo della cultura politica italiana (non si può governare «senza una parte cattolica») il cui cambiamento dovrebbe essere tra gli obiettivi della sua azione e ragion d'essere? La politica può avere ambizioni o deve servire a gestire l'esistente?

4 comments:

Anonymous said...

Sono completamente daccordo con te, queste distinzioni da dopoguerra a me che sono giovane sembrano strana e incomprensibile.

Proprio non riesco a capire la distinzione tr apartito laico e partito cattolico, sopratutto il secondo: che diamine vuol dire che un partito è cattolico? a me che sono cittadino che me ne frega? è come se facessero un partico buddhista o epicureo, che me ne frega?

Anonymous said...

cattòlico: cattòlico

(pl. m. -ci)

agg.

propr. universale; di solito si dice in riferimento alla Chiesa di Roma la cui missione di apostolato abbraccia tutti gli uomini

di ciò che è patrimonio di questa Chiesa
che fa parte di questa Chiesa, ne accetta la dottrina e svolge opera di apostolato o di testimonianza

che si ispira, nella pratica o nelle idee, agli insegnamenti della Chiesa romana

s. m. (f. -a), chi professa la religione cattolica riconoscendo come suprema autorità il papa.


làico: làico

(pl. m. -ci), agg.

che non ha ricevuto gli ordini sacri, converso

detto di chi non appartiene al clero

che è e si dichiara autonomo dall'autorità ecclesiastica
nel linguaggio politico, detto di persona o partito che non si ispira a nessuna confessione religiosa.

Anonymous said...

Perfetto Jim. Così andiamo d'accordo ;-)
La distinzione tra laici e cattolici è un'emerita cavolata, creata ad arte di volta in volta per ghettizzare chi la pensa diversamente.
Spero che ora la si finisca di parlare di creare partiti laici, o di inserirlo nei simboli dei partiti....
Saluti

Anonymous said...

Giustissima osservazione.
IL problema è di retaggio culturale del passato.
La cosa che ritengo vergognosa è che oggi se ne approfitta di tutto, in ogni salsa e ogni forma. Dai cosidetti valori, a terminologia vaghe e senza casa.
E penso non sia un problema solo italiano...
CIao!
Alla prossima!!!!
Inopera