Pagine

Thursday, December 29, 2005

Scuola, lui la vuole pubblica

Ieri su L'opinione «Scuola, Boselli tradisce Blair», ma niente di nuovo per i miei più attenti lettori.
La vorremmo di qualità, mentre Enrico Boselli ci fa sapere (Avvenimenti, 16.12.2005) che la vuole innanzitutto pubblica, intendendo per "pubblica" in realtà "statale". Il presidente dello Sdi ha l'ardire di cominciare parafrasando – lui sostiene – Tony Blair e il suo motto "Education, education, education". Più che a parafrasarlo riesce a tradirlo trasformandolo in "Scuola pubblica, scuola pubblica, scuola pubblica", che è tutt'altra cosa. E tradire Blair, per una forza politica come la Rosa nel pugno, che si richiama a Blair, Fortuna e Zapatero, non è un buon inizio.

Erano tutti troppo entusiasti per ciò che si stava costruendo al Congresso di Radicali italiani lo scorso novembre per rimarcare lo scivolone già allora, ma ora è possibile fermarsi a ragionare. Nella sua riforma scolastica, durata un decennio e non ancora completata, Blair si è guardato bene dal mettersi nelle mani della scuola statale concentrando su di essa tutti i finanziamenti.

Leggi tutto

1 comment:

harry said...

"qui in Italia abbiamo un problema: il Vaticano"

Ma pensa, pure in un articolo in cui critichi Boselli parlando di Blair riesci a dare la colpa di tutto alla Chiesa.

Comunque, prima di mitizzare l'approccio di Blair, che pure ha introdotto alcune significative riforme positive, io osserverei i rischi del sistema britannico, laddove le scuole statali hanno problemi immensi (classi sovraffollate, anche con oltre 30 alunni ciascuna, e ciò significa apprendimento prossimo allo zero; altissima dispersione; degrado delle strutture; bullismo e criminalità giovanile fra le più alte in Europa e così via).

L'approccio migliore, forse, è quello dell'assegno alle famiglie (e non alle scuole), consentendo loro di spenderlo in una scuola a scelta. Ovviamente essendo rigorosi circa la qualità delle scuole private (evitare i diplomifici). Prendi in giro le scuole "cattoliche", ma ci sono istituti cattolici che primeggiano in Europa (il Leone XIII di Milano sforna fra gli studenti migliori d'Europa con costi medi pro-capite oltretutto inferiori a quelli statali). Se poi vuoi aprire il liceo radicale, credo che nessuno te lo impedisca. Ma invece di ostinarvi ad attaccare chi ha alle spalle qualche secolo di buoni risultati, perché non provate a mettervi in gioco pure voi?

Ciao.