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Tuesday, November 15, 2005

La lunga marcia del "compagno" Boselli

Il presidente dello Sdi è solo uno dei leader del centrosinistra che in questi giorni stanno cautamente proseguendo la loro personale lunga marcia di avvicinamento a posizioni responsabili sulla presenza italiana in Iraq e sulla politica estera in generale. Però qualche zavorra ancora rimane:
«... a difendere la democrazia irachena sia una forza multinazionale sotto egida Onu. Giuliano Amato ha usato un'immagine efficace: vogliamo che accanto ai soldati con la faccia bianca ci siano anche soldati con la faccia scura, cioè forze dei Paesi arabi moderati, per superare l'occupazione che alimenta la propaganda dei terroristi».
A Boselli bisogna ancora spiegare un paio di cosette, anche se siamo sicuri che ci arriverà, ormai è a portata di mano. Giusto il tempo di concedergli uno spiraglio per uscire dall'angoo in cui s'è, in buona compagnia, ficcato negli ultimi due anni. Ci pensa la Bonino:
«L'Onu si è pronunciata una settimana fa con una risoluzione senza drammi e senza particolari discussioni che ha riconfermato il mandato alla forza multinazionale. Quindi possiamo sognare tutto quello che vogliamo ma è un pò inutlle».
Renzo Foa, sentendo la relazione di Fassino al Consiglio nazionale Ds, si aspettava una conferma argomentata della svolta sull'Iraq, si stupisce della «difficoltà che c'è nella sinistra moderata di usare pubblicamente gli argomenti giusti e di rinunciare finalmente, lì sì, alle "reticenze" e alle "mezze verità"... Ecco la debolezza e la scarsa credibilità della "sinistra di governo": non saper argomentare i propri passi in avanti e avvolgerli sempre nella carta oleosa dell'anti-bushismo e dell'antiberlusconismo, dando così ragione alla scuola di Zapatero».

3 comments:

perdukistan said...

Parte dal forum radicali.it l'appello all'organizzazione di un presidio davanti all'Ambasciata di Tunisi in Italia (Via Asmara n°7 a Roma) in sostegno all'appello del Partito Radicale transnazionale che ha lanciato un digiuno di tre giorni in solidarieta' con otto militanti dei diritti umani tunisini in sciopero della fame dal 10 ottobre scorso.



Alla vigilia del Summit di Tunisi il Partito Radicali aveva appreso dagli amici californiani di IPJustice appena sbarcati in Tunisia, e coi quali il PRT ha in programma un incontro parallelo il 17 novembre su "e-democracy in a peer to peer world", che il sito RadicalParty.org e' inaccessibile dai computer tunisini.

Marco Perduca, dal suo blog Perdukistan lancia un appello a tutti i blogger dell'area radicale, da jimmomo a michelembo, da simplicissimus a capperi a malvino a camillo perche' facciano conoscere nella blogosfera da right nation a toque-ville, da indymedia al volontariato cattolico fino a raggiungere le webradio piu' disparate, il digiuno di lotta lanciato dal Partito Radicale in occasione del Summit di Tunis e i presidi di sostegno previsti davanti all'Ambasciata Tunisina a Roma e alle altre rappresentanze diplomatiche tunisine in Italia.

Per ulteriori informazioni www.radicalparty.org

Jinzo said...

Jim: qualche zavorra?
Qualche zavorra corrisponde a metà della sinistra, compresa una buona parte dei DS.
Praticamente alla fine il cambiamento è che Fassino ha fatto il voltafaccia ai suoi elettori e da un giorno all'altro ha rivoluzionato la linea fra le polemiche di Salvi, Mussi...

Però Berlusconi ha fatto la gaffe...

L'unica marcia da intraprendere per il csx è tagliare nettamente con Bertinotti, Pecoraro, Diliberto e con il correntone DS.
Senza questa coraggiosa azione la vostra (mi riferisco al nuovo soggetto radical-socialista) è una lotta contro i mulini a vento.

Ciao!

JimMomo said...

La zavorra era riferita a Boselli, comunque l'obiettivo è quello: "tagliare nettamente con Bertinotti, Pecoraro, Diliberto e con il correntone DS".

Da un Pannella al Corriere: "Uno scontro tra sinistra liberale e sinistra neocomunista è necessario e salutare... Sono amico di Bertinotti, e sono alla sua sinistra; ad esempio noi vogliamo abolire la trattenuta fiscale alla fonte per i lavoratori dipendenti, loro no. Si dicono anche loro radicali, europeisti, non violenti. In realtà non sono soltanto antiamericani, statalisti, classisti; sono razzisti, quando difendono l'agricoltura iperprotetta europea a discapito di quella del Terzo Mondo; cui negano la democrazia, preferendo sostenere i dittatori... La politica di Prodi e quella di Bertinotti sembrano le stesse della Confindustria: protezionismo e cassa integrazione, a spese di cittadini e disoccupati...".

Ecco, i radicali saranno al centro di quello scontro decisivo. Se gli elettori gli daranno fiducia lo potranno provocare.