Pagine

Friday, October 21, 2005

Santoro caso clinico

Il caso Santoro sta assumendo una nuova natura: psichiatrica. «Finché non avrò il mio microfono non sarò tornato a essere io», ha detto giovedì sera a Celentano che gli offriva un microfono per parlare. No, Santoro vuole proprio il "suo" microfono, quello del conduttore non quello dell'ospite. Come se il tema della libertà d'espressione e della (auto-)censura politica si riducesse a una trasmissione tutta sua, al suo caso personale. Sa, anch'io avrei una mezza ideuzza di trasmissione in mente, ma mi censurano... Ma mi faccia il piacere!

Su Celentano ha già scritto tutto Malvino.

5 comments:

Anonymous said...

W la libertà detto da Santoro è davvero imbarazzante,soprattutto dopo aver preteso,lui si con un diktat,di ridargli microfono,trasmissione e studio e stipendio tutti suoi e subito alle sue condizioni.
Voglio dire...ma chi cazz é?
Già sei in diretta su raiuno e non ti basta mai,ma pretendere soldi e trasmissione come se fosse una questione di vita o di morte della libertà è un po troppo,o no?
Se vuole vada in tv quanto gli pare e dica cosa vuole,ma dove sta scritto che sono obbligati a dargli tutto quel che vuole,tanto più che non soldi nostri.
ciao a tutti.

Anonymous said...

>> Se vuole vada in tv quanto gli pare e dica cosa vuole

guarda che grazie a Berlusconi non lo può fare. E considerando che è un giornalista televisivo la cosa è abbastanza grave.

Scusa, ma qual'è la differenza tra Berlusconi e Fidel Castro nel loro rapporto con la libertà di stampa?

Anonymous said...

Anonimo, guarda che Santoro si è messo da solo in quella condizione: esige la prima serata, sempre e comunque. Ha rifiutato la proposta di reintegro Rai (sulla base della sentenza del giudice del lavoro) su fasce orarie differenti, ed ha una irrefrenabile tendenza ad esser privo di equilibrio nella gestione della trasmissione. Processi televisivi senza ombra di contraddittorio sono la specialità sua e di quell'altro guitto falsificatore ignorante (vedasi caso Plame) che risponde al nome di Luttazzi. Finiamola di fare di un furbastro ampiamente remunerato un martire della libertà, e non scomodiamo Castro, che è l'idolo di Santoro e dei suoi amici...

Anonymous said...

Dopo aver sottoscritto Phastidio aggiungerei una cosa.
Ma se effettivamente esiste questa dittatura mediatica di Berlusconi, come è possibile che sulle reti pubbliche si possano esprimere tesi politiche senza contraddittorio, in prima serata, e con nove milioni di spettatori di fronte, come ha fatto Celentano?
Cioè: perchè esiste Rockpolitick?
Non parliamo del milioncino di Vespa, che è pur sempre dotato di contraddittorio.
Ha ragione Capezzone: abbiamo un esempio di post-democrazia.

Anonymous said...

certo che ha ragione Capezzone,un esempio di Peronismo,solo che almeno Peron era generale e sapevi chi era,mentre Celentano va in tv in pigiama e con gli occhiali da soli pur essendo al buio e non sappiamo ancora il suo scopo.
Anonimo,bene,grazie al giudice adesso lo può fare,e lo farà,quindi basta vittimismi,adesso tutti contenti con santoro e un suo programma ok?Contento?
Nessuno di noi lo vuole zittire,vorremmo solo che la si smettesse di fare crociate per la censura da una parte e per la libertà di espressione dall'altra.
La situazione è tutt'altro che drammatica,santoro non muore nè di fame nè tantomento è in deficit di visibilità mediatica.
Nessuno di noi sostiene che Berlusconi abbia agito bene,ma da li a gridare al regime dai,ce ne passa eccome.Non facciamo ridere su!
ciao