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Wednesday, October 26, 2005

Il lungo braccio "istituzionale" dei violenti anti-Moratti

Un momento degli scontri davanti Montecitorio«I servizi pubblici devono essere basati sulla centralità della persona ai cui bisogni si rivolgono, non sulle esigenze di chi vi lavora» (Tony Blair)

Ieri è accaduto qualcosa di assai inquietante. Mettete che vogliate organizzare una manifestazione, un corteo di decine di migliaia di ragazzi contro una legge, un ministro. Mettete che vogliate arrivare fin sotto il palazzo di Montecitorio. Ecco, secondo me dovreste metterci anche qualche buona, ottima conoscenza, perché arrivare lì dove sono arrivati ieri gli studenti e i no global che protestavano contro il controverso Ddl della riforma Moratti sul reclutamento e le carriere dei professori universitari risulta di solito molto difficile anche a un drappello di poche decine di pensionati per un pic nic.

Tra le vostre conoscenze, se pensate di dover arrivare fin lì sotto, ci dev'essere un parlamentare o giù di lì che tenga il telefonino ben in contatto con il questore e che garantisca per voi, per le vostre buone maniere e per la vostra buona causa. Un parlamentare dell'opposizione magari, a cui fa gioco creare il clima del palazzo "sotto assedio" proprio mentre si sta discutendo l'aborrita riforma o sta prendendo la parola la ministra tanto odiata. Che vuoi che sia, un favorino e un questorino di cui ci si ricorderà un giorno, forse non troppo lontano. Ecco, questa è la cosa grave, e non è la prima volta, accaduta ieri davanti alla Camera.

Ma deve fare attenzione la sinistra, glielo ricorda Emanuele Macaluso, che «con l'appoggio ai violenti rischia di perdere consensi». E ci va giù ancor più duro Oscar Giannino su il Riformista, per il quale la sinistra ha toppato su tutti i fronti, nel metodo ma anche nel merito della riforma.
«E' una buona sinistra di governo quella che spinge insegnanti e studenti davanti a Montecitorio a gridare tutti uniti "siete tutti Lapo Elkann", e che dipinge Letizia Moratti come una specie di imperatrice delle tenebre, nemica della cultura e al servizio di loschi interessi privati di classe? La mia risposta è netta ed è no, nel merito e nel metodo. Nel merito, il provvedimento sull'esaurimento a tempo di quell'anomalia tutta italiana che è il venticinquennale ruolo "assistenziale" dei ricercatori, sulla modifica dello stato giuridico di ordinari e associati, e sulla riforma delle procedure per il concorso nazionale per il ruolo docente e l'autonomia universitaria, merita certo osservazioni critiche, ma esse vanno nel senso esattamente opposto a quelle spostate dalla Conferenza nazionale dei rettori e dalle organizzazioni degli studenti». Leggi tutto che ne vale la pena
L'esempio, anche per l'università, non può che essere Tony Blair: «Nessuno potrà porre veti alla nascita di nuovi istituti privati che intendano rilanciare la sfida per la qualità, sulla base del criterio che già esistono istituti pubblici che magari offrono una qualità inferiore», dice. «I servizi pubblici devono essere basati sulla centralità della persona ai cui bisogni si rivolgono, non sulle esigenze di chi vi lavora». Quella di Blair è una massima che da sola racchiude la differenza tra la sinistra moderna, e la vecchia sinistra statalista.
Presto, per favore, direbbe qualcuno.

Fate un giro anche sul mio approfondimento per RadioRadicale.it

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