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Monday, September 19, 2005

Ruini candidato alle primarie

Ciò che stupisce dell'intervento odierno del Cardinale Camillo Ruini è l'ampiezza delle questioni politiche affrontate con il piglio di un segretario di partito. Di più, di un candidato alle primarie in polemica con Prodi. Eppure, sul piano giuridico non regge la sua accusa di incostituzionalità rivolta ai Pacs. Lucide le contro-obiezioni di Chiara Saraceno oggi su La Stampa, che, rivolte alla proposta rutelliana, «tra la scoperta dell'acqua calda e la furberia», hanno persino anticipato le parole del cardinale.
Si possono riconoscere i diritti civili delle persone contemporaneamente negando loro la possibilità di dare rilevanza pubblica e giuridicamente cogente ai rapporti di amore e solidarietà che sono per loro importanti? Quale diritto civile e prima ancora umano è più fondamentale di quello di poter definire i rapporti importanti, verso i quali ci si sente responsabili e nei quali si radica la propria appartenenza? Ed infatti la nostra Costituzione lo riconosce, all'art. 2. Esso dichiara che vanno riconosciute tutte quelle «formazioni sociali in cui un individuo realizza la propria personalità». Un rapporto d'amore che si pone un orizzonte temporale lungo («per sempre» è una scommessa, più che una promessa) mi sembra «una formazione sociale» altrettanto degna di riconoscimento pubblico dei sindacati o dei partiti, cui invece l'articolo è stato per lo più applicato.
Inoltre, con il passaggio sulle intercettazioni telefoniche che hanno coinvolto il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, Ruini fornisce implicito fondamento alle tesi di quanti in questi mesi hanno visto in Fazio l'angelo custode della finanza cattolica. Credere sì, negli ori e nel potere.

4 comments:

Anonymous said...

Camilla proprio non ci sta. Eh no. Con il puntiglio di una anziana signora stizzita, la nostra soldatessa di Cristo è tornata sulle provocazioni della lesbicona emiliana, la Romana.

Questa volta ha fatto la colta, ostentando una conoscenza giuridica che avvalorasse le sue posizioni intransigenti. Si sarà forse fatta aiutare dalla Carla Taormina, l'avvocatessa delle cause da insabbiare. Certo è che lei, Camilla intendo, così 'devota' alla Costituzione italiana, come tutta casa Vaticana del resto, ha pensato bene di richiamarsi proprio alla Carta che nel '45 ha sancito per sempre in questo paese la laicizzazione e la loro messa nell'angolo. Contraddizioni di una burina ripulita. Di una poraccia che se non si fosse fatta solleticare da manie verginelle l'avremmo trovata a spippettarsi nei cinema di Termini o sulla Tiburtina.

Che finaccia, pora stella! Adesso aspettiamo con trepidazione i gorgheggi d'augello della papessa tedesca, strano che fino adesso sia stata zitta. Forse ha la boccuccia impegnata in qualcos'altro... canzoni d'amore da cantare, intendo, che avete capito... messe al signore da celebrare... rosariucci da snocciolare come pia donna obbligata a preoccuparsi di tante sorelle indisciplinate, e che la madonna la mantenga vergine e lontana da quel diavolacchio di Gheorghe

Anonymous said...

bel titolo Jim!
chissà che cosa ne vedremo da qui alle elezioni.
Rocca ha scritto una frasetta stupenda oggi l'hai letta?
Mi sa che cmq oramai la questione è chiusa visto che tanto tutti i politici chi prima chi dopo chinano la testa e ha chi chiede i diritti gli risponde con una alzata di spalle.
Per coerenza comunque ruini dovrebbe essere messo alla presidenza della corte costituzionale,tanto,voglio dire,il risultato è lo stesso,almeno evitano a noi liberali di parlare a vuoto com al solito.Ci manderanno in esilio?

Anonymous said...

Se si vuole un parere competente sulla carta costituzionale, sarebbe meglio chiederlo a un costituzionalista.

«L'articolo 29 della Costituzione preclude qualsiasi altro modello di famiglia. La Costituzione, che è rigida, non può cioè essere modificata dal legislatore ordinario, garantisce solo tale famiglia. Perciò il legislatore non può né direttamente né indirettamente creare modelli alternativi».
(professor Giovanni Giacobbe, preside della Facoltà di Giurisprudenza della Lumsa)

Le coppie di fatto che vogliono "dare rilevanza pubblica" al proprio rapporto possono già farlo: con il matrimonio.
La presunta discriminazione verso gli omosessuali non esiste:

"La discriminazione vi sarebbe se vi fossero delle norme limitative delle persone omosessuali, ma il matrimonio è un istituto che secondo il modello stabilito dalla Costituzione, secondo la natura e una tradizione bimillenaria, attiene al rapporto tra un uomo e una donna. Ruffini, un giurista dell'Ottocento, evidenziò che l'uguaglianza non significa trattare tutti allo stesso modo, ma trattare ciascuno secondo le sue caratteristiche." (professor Giovanni Giacobbe)

Anonymous said...

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