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Sunday, September 25, 2005

Relativismo e relatività

«Ho sempre respinto l'idea per cui certe violazioni, che noi abbiamo escluso dalla nostra convivenza civile da decenni, se non da secoli, debbano invece continuare a prevalere in altre parti del mondo in nome di un relativismo culturale francamente inaccettabile»
Emma Bonino su Corriere della Sera Magazine
Si può essere contro il relativismo culturale, come Emma Bonino e i radicali, a patto di aver compreso la lezione della relatività. Già la scienza del primo Novecento – teoria della relatività generale di Einstein, principio di indeterminazione di Heisenberg, teorema di incompletezza di Gödel ecc. – ci ha mostrato come sia difficile affermare qualcosa di assoluto anche nelle scienze che comunemente si dicono esatte. Ma ciò non significa che tutte le teorie e tutte le affermazioni siano sullo stesso piano, che nessuna ricerca o esperimento abbiano più valore. L'aggettivo uguale non si deve intendere nel senso del medesimo, dello stesso. Uguale va inteso come avente a priori, in teoria, pari dignità. Sottoposte ai rigorosi metodi della conoscenza scientifica, le teorie assumono una loro validità, mai assoluta né definitiva. Esse sono valide "solo" relativamente e sempre falsificabili, ma non per questo del tutto prive di valore. Nonostante la loro relatività e la loro imperfezione sistemica spesso funzionano e le usiamo finché non vengano superate. Allo stesso modo, nella società, culture e valori morali, anch'essi "solo" relativamente validi, funzionano come guida dell'agire umano, mettendoci al riparo dal relativismo etico dello scettico a oltranza, che si abbandona all'impossibilità teorica di effettuare qualsiasi scelta.

Il Vero scontro non è fra civiltà, ma fra sistemi politici, tra società chiuse e società aperte, non tra religioni e culture.

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