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Thursday, September 08, 2005

In Egitto primi incerti vagiti di democrazia

I supporters del presidente Mubarak, in testa il figlio Gamal, cantano vittoria. Sarebbe schiacciante. Circa il 70%, ma i dati dell'affluenza, al 10/15%, dimostrano l'assenza di una corretta e libera campagna elettorale e una scarsissima capacità di mobilitazione del regime, la cui voce ha risuonato sui media più influenti e governativi con una misura superiore dieci volte quella degli altri 8 candidati messi assieme.

I risultati ufficiali poi, saranno resi noti solo sabato, ma non si prevede la pubblicazione del dettaglio dei dati nei distretti e nelle province, decisione che, secondo il sito web del gruppo indipendente Shayfeen.com ("Vi teniamo d'occhio"), renderà impossibile verificare se i risultati sono corretti.

E infatti il più accreditato sfidante del presidente egiziano Mubarak Ayman Nour ha già annunciato che chiederà la ripetizione delle elezioni, dopo che gli osservatori hanno osservato ampie violazioni e brogli. Hisham Kassim, un collaboratore di Nour, ha detto all'agenzia Reuters che il suo partito, al Ghad (Domani), farà appello prima alla commissione elettorale presidenziale e se necessario al tribunale.

I funzionari del governo hanno replicato ammettendo che ci sono state alcune irregolarità ma non importanti. La richiesta di ripetere le elezioni, che secondo gli osservatori sarebbero avvenute in presenza di palesi brogli, è stata respinta subito, in serata, dalla commissione elettorale. «La Commissione ha controllato la richiesta e l'ha respinta», ha detto il portavoce. «La Commissione ha concluso che i fatti a cui si è fatto riferimento nella richiesta non sono veritieri», ha precisato. Ma Kassim ha affermato che Al Ghad non accetterà una decisione finale di questo genere.
Fonte: Reuters

Oggi la stampa governativa egiziana esultava. Il paese da ieri è «libero e democratico», è «l'alba di un nuovo giorno» (al Gomhuria), l'Egitto «è entrato nell'era del presidente eletto» (al Ahram), la consultazione di ieri ha segnato il «Passaggio alla democrazia» (al Akhbar). La stampa non ignora le irregolarità, molte ed evidenti, ma non ritiene siano la cosa importante. Quello che tutti i giornali vogliono sottolineare è che il più popoloso paese arabo ha scelto «liberamente» il suo presidente. L'opposizione contesterà questa affermazione, ma gli egiziania chi crederanno se non avranno la possibilità di ascoltare tutte le voci. E quale conclusione ne trarrà Washington?

Secondo Salama Ahmed Salam, editorialista di al Ahram che ha dichiarato la sua astensione, il futuro farà comprendere ai nove candidati rivali che «hanno fatto un favore a Mubarak dando l'impressione di una competizione, indispensabile per tutti i sistemi democratici basati su elezioni libere». Ibrahim Nafee mette indirettamente in guardia Mubarak: «Nulla deve distrarci dal seguire la realizzazione delle promesse della campagna elettorale... il governo deve presentare un programma preciso e un calendario... il popolo giudicherà i responsabili».

Da alcuni blog egiziani, Big Pharaoh racconta la sua prima campagna elettorale, Baheyya la battaglia dei giudici per il monitoraggio del voto, mentre su Arabist.net troviamo il racconto di un giovane elettore al primo voto e sondaggi della vigilia assai meno scontati delle previsioni "ufficiali".

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