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Thursday, September 01, 2005

Gli odiosi moralismi sulla tragedia di New Orleans

Le zone alluvionate di New Orleans sorvolate in elicotteroE' quanto ci tocca leggere da due giorni sulla stampa italiana. Per carità, da filoamericani sarebbe solo ridicolo avanzare proposte di sottoscrizioni, raccolte di denaro, aiuti di ogni genere, tutte iniziative di cui in altre occasioni catastrofiche proprio i quotidiani si fecero promotori. Una colletta per il paese più ricco del mondo non suona proprio, non avrebbe senso. Ma almeno si potrebbe fare a meno di infierire con editoriali e opinioni privi di ogni solidarietà umana e intenti invece a denunciare, con malcelata goduria, l'arroganza americana che viene punita dalla forza della natura.

A Vittorio Zucconi (oggi secondo editoriale consecutivo) e Barnardo Valli, inqualificabili, si è aggregata oggi Lucia Annunziata. E' diventata una corsa a sparare sulla croce rossa, un macabro gioco a scagliarsi con inaudita foga su ciò che resta della potenza tanto odiata. A costoro, per smascherarli, basterebbe chiedere: ma avete (o avreste) scritto le stesse cose commentando lo tsunami che il 26 dicembre scorso colpì il Sud-est asiatico? O il terremoto in Iran (30 mila vittime)? O alluvioni e terremoti in Europa e in Italia? Ho come l'impressione che gli unici «presuntuosi» che le disgrazie se le vanno a cercare siano gli americani.

Una descrizione di quanto succede sul Mississipi, ma senza odiosi e inopportuni moralismi, è quella di Maurizio Molinari su La Stampa.

Non mancano le altrettanto odiose strumentalizzazioni di ambientalisti sciocchi di ogni latitudine, dei Ted Kennedy di turno, come se l'uragano Katrina avesse deciso di punire gli Stati Uniti per la mancata adesione al Protocollo di Kyoto. A reagire è James K. Glassman con questo articolo su Tech Central Station.

Nient'altro da aggiungere se non il mio personale disgusto per quanto ci tocca leggere.

3 comments:

Anonymous said...

vai su indymedia :-)

watergate2000

Anonymous said...

Sottoscrivo tutto dall'inizio alla fine. Piccole soddisfazioni per piccola ma molto piccola gente.
Ciao
Pinocchio

Anonymous said...

Non si tratta, come stupidamente fa l'autore di questo inutile post, che mostra una totale ignoranza (si legga l'articolo di scientific american prima di parlare) dello specifico problema in questione, di speculare sopra o politicizzare una tragedia umana di queste proporzioni. Il punto è questo: questa tragedia era annunciata ampliamente nei più piccoli dettagli, da anni, non da scienziati con la palla di vetro o da incerte teorie sul cambiamento climatico e l'effetto serra, ma da ingegneri e tecnici che semplicemente con esperienza e buon senso, che lavorando da anni nella zona conoscevano bene la degradazione ambientale in corso (unica vera protezione da allagamenti) e l'inutilità delle attuali barriere. Da anni era pronto un piano di bonifica e protezione del territorio più efficace ma costoso che l'amministrazione Bush, nella sua preveggenza e sensibilità, non riteneva prioritario. Finora era andata bene perchè gli ultimi uragani avevano cambiato rotta per miracolo. Questa volta non è successo. L'unica cosa immorale nel giornalismo è che non si condanni la stupidità, l'incompetenza e l'ipocrisia dei responsabili di scelte sbagliate. Possibile che le conseguenze degli errori di valutazione, non errori ma scelte queste sì politicizzate a favore di uno stato di guerra costante, ricadano sempre sulla popolazione (americana o no) mentre loro la passino sempre liscia indicendo commissioni di controllo da loro stessi gestite (!!!) ed invoncando la "calamità naturale", come si trattasse di un terremoto, contro il quale c'è ben poco da fare. E l'immoralità sarebbe poi dei giornalisti che, semplicemente raccontando i fatti, condannano l'indifferenza e l'inazione di un potere economico enorme ed intellettualmente limitato? L'unico odioso moralismo è il suo, che spero sia frutto solo di ignoranza. Non vogli la sofferenza di nessuno, solo che chi ha responsabilità se le assuma e paghi in prima persona.