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Thursday, July 21, 2005

William Westmoreland

Due parole le volevo spendere per la morte del generale William Westmoreland, che fino al 1968 guidò le truppe americane nella fallimentare impresa del Vietnam. Una guerra giusta da un punto di vista teorico, guardando a come è ridotto oggi il popolo vietnamita possiamo dirlo, condotta in modo pessimo prima di tutto, ma non solo, dai politici. Con una mano legata dietro la schiena di fronte alla prospettiva di un allargamento del conflitto a Cina e URSS.

Una guerra da cui nessuno è uscito vincitore. Tra gli sconfitti soprattutto il popolo vietnamita, che ancora sta patendo l'esito di quel conflitto. Westmoreland scrisse:
«Se c'è una lezione che il Vietnam ci ha insegnato è che nessun giovane dovrebbe essere mai mandato in battaglia se il suo paese non è pronto a sostenerlo».
Su di lui si è riversata la rabbia antimilitarista di una intera generazione. La storia fa brutti scherzi quando ci si trova in mezzo a crocevia che non si possono evitare. Gli importanti mutamenti sociali di allora non verranno sminuiti riconoscendo che è sempre sbagliato addossare a un uomo i limiti, gli errori, le derive di un intero sistema. L'uomo e il soldato Westmoreland meritano rispetto.
«It's more accurate to say our country did not fulfill its commitment to South Vietnam. By virtue of Vietnam, the U.S. held the line for 10 years and stopped the dominoes from falling».

1 comment:

Anonymous said...

Grande post, per recuperare il rispetto di uno dei tanti capri espiatori che ogni tot serve lasciar sbranare al totem "popolo sovrano" (o pubblica opinione che dir si voglia).
ciao, Abr