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Sunday, July 17, 2005

Verso l'Internazionale dei Moderati

Il presidente iraniano AhmadinejadNon credo alle congiunzioni astrali, ma a quelle terrene sì. E allora ci metto l'intervista al Card. Angelo Scola, che non vede separazione tra sfera religiosa e civile (sul Corriere della Sera di oggi), l'articolo di Paolo Pillitteri sul partito unico dei moderati e dei riformisti (su L'Opinione), e questo articolo apparso sul settimanale cattolico Tempi, diretto da Luigi Amicone. Tiro le somme e i conti tornano.

Altro che partito dei moderati. Si direbbe, piuttosto, degli integralisti. Con questo articolo, Tempi, settimanale di riferimento di Comunione e Liberazione, arruola fra i «moderati» anche il nuovo presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Che stiano pensando a una "Internazionale moderatista"? E' sempre possibile, e non sarebbe la prima volta che un termine prestato alla politica si arricchisce di nuove bizzarre connotazioni.

Ahmadinejad viene definito il «duro moderato», un «radicale» sì, ma «con la testa sulle spalle», un paladino dei deboli contro corruzione e ingiustizie. Peccato che per lui combattere la corruzione vuol dire proibire la musica "anti-islamica" e imporre alle donne l'hejab, l'abito islamico che copre tutto il corpo. Vi segnalo qualche incredibile passaggio:

«... di altro stampo rispetto alla gran parte dell'establishment politico. È uno che viene dal nulla, che ha patito la fame e la guerra ed è stato capace di creare con le sue mani - e non già grazie alle parentele - la sua posizione e la sua fortuna. È un politico che, una volta nominato sindaco, ha lottato contro la corruzione e l'ingiustizia - almeno entro i limiti del possibile - ed ha concretamente aiutato la popolazione [!]. È un radicale, ma "con la testa sulle spalle" - questo il pensiero di molti - ed animato da un sentimento di giustizia e di moralità. Uno che, peraltro, non ha mai propagandato nulla di diverso da quello che ha poi fatto. Un esempio, insomma... il "volto spendibile" del paese [!].

... dovrà affrontare e sconfiggere il terrorismo al fianco dell'Occidente [!]. Da sempre antagonisti rispetto all'integralismo sunnita e soprattutto al salafismo, gli sciiti duodecimani iraniani si troveranno sempre più a condividere posizioni convergenti con quelle dei principali paesi occidentali. Con la particolarità [!], però, di essere considerati loro stessi sponsor del terrorismo e con l'imperativa necessità di dissipare ogni e qualsivoglia dubbio circa le accuse contestate. Se Ahmadinejad farà realmente quanto promesso non chiuderà affatto le porte agli Stati Uniti - cosa peraltro mai minacciata [!] - né opterà per una deriva integralista [!]. Cercherà di normalizzare le relazioni internazionali del paese, questione già di per sé spinosa, e di risolvere i problemi occupazionali, economici e di corruzione all'interno dell'Iran. E qui fronteggerà - se quanto ha promesso è sincero - i suoi veri nemici».
Senza parole. Sono questi per Amicone i moderati? Tutto questo s'intende per partito dei moderati?

Non ci sarebbe da sorpendersi troppo se ci ricordiamo dei trascorsi del principale esponente politico di Comunione e Liberazione, Roberto Formigoni, che risulta, in compagnia di altri italiani, uno dei quali è il prete no global padre Benjamin, nelle liste stilate da Saddam Hussein dei beneficiari di buoni-petrolio come contropartita di un sostegno politico contro le sanzioni imposte dall'Onu al regime iracheno (Il Sole 24 Ore/Financial Times).

6 comments:

Anonymous said...

Il termine MODERATO ha una connotazione politica negativa.
Ha ragione Marco Pannella quando spiega che il cosiddetto moderatismo politico, storicamente nel nostro Paese, è stato portatore di posizioni cerchiobottiste "estremistee": intransigenti, illiberali, proibizioniste, conservatrici e reazionarie.
Insomma, è un'offesa dire a qualcuno che è politicamente un moderato, anche con altre accezioni.

Ecco perchè Sansonetti su Liberazione usa dividere la Sinistra tra "radicale" (esproprio culturale significativo, assai diffuso e già molte volte rilevato) e "moderata".

Anonymous said...

in effetti cinque punti esclamativi, se ho contato bene, son un buon punteggio.Az. par.

Anonymous said...

Lo sapevo: sono sei
az par

Anonymous said...

Dunque è questa la linea per le elezioni politiche :-)

L'antiberlusconismo nei toni senza Berlusconi, ossia ciò che è stato fatto durante il referendum con le invettive contro la Chiesa, paragonata a Bin Laden e ai talebani (poi non chiedetevi perché Mastella e Rutelli mettono i veti sui radicali). Non credo che Fassino (che è egli stesso cattolico) seguirà i radicali su questa linea. Ma, visto com'è stata accolta la scelta radicale di impostazione della campagna referendaria, potrei auspicare che la storia si ripeta. Ciao,

harry

JimMomo said...

Harry, forse hai sbagliato post? Hai visto l'articolo su Tempi? Lo hai letto? Nulla da dichiarare?

Al di là di battute e invettive a me preoccupa.

Anonymous said...

Non mi sembra che Tempi detti la linea alla Farnesina, né che l'abbia mai fatto in questi 4 anni verso il governo (ha perfino criticato duramente la Moratti, il ministro ritenuto più vicino a Cl, non ritrovandosi nella sua riforma della scuola). E non mi risulta che Fini o Casini sostengano il terrorismo internazionale, né che vogliano rompere l'alleanza con gli Usa per stare con l'Iran. Quanto a Formigoni, lo slogan di CL in occasione della guerra all'Iraq era "no alla guerra sì all'America". Non si menzionava Hezbollah. Ecco perché mi ha lasciato di stucco questo post. Affermare che i cattolici del centrodestra sarebbero come Ahmadinejad è un po' grossa. Se invece è una scelta elettorale sull'onda del referendum, allora è un altro discorso. Ciao,

harry