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Monday, July 04, 2005

Quando nel corso degli eventi umani...

Una costituzione che tutela il desiderio e sancisce il diritto inalienabile alla «ricerca della Felicità»
WHEN in the Course of human Events,
it becomes necessary for one People to dissolve the Political Bands which have connected them with another, and to assume among the Powers of the Earth, the separate and equal Station to which the Laws of Nature and of Nature's God entitle them, a decent Respect to the Opinions of Mankind requires that they should declare the causes which impel them to the Separation.
WE hold these Truths to be self-evident, that all Men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the Pursuit of Happiness -- That to secure these Rights, Governments are instituted among Men, deriving their just Powers from the Consent of the Governed, that whenever any Form of Government becomes destructive of these Ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its Foundation on such Principles, and organizing its Powers in such Form, as to them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness.
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P.S.: Non poteva scegliere data più indicata di oggi per venire al mondo la Fondazione Italia-Usa, presidente Massimo Teodori. Ruolo di primo piano per l'ex blogger Umberto Mucci (New blog New blog).

UPDATE 20,33. C'è una bella differenza fra la Costituzione degli Stati Uniti (di cui la Dichiarazione d'indipendenza è parte integrante) e quella italiana. Tra le verità riconosciute self-evident dai Padri Fondatori c'è un principio libertario dalla carica dirompente che nessun popolo ha avuto il coraggio di ribadire nella propria costituzione democratica: the Pursuit of Happiness, il diritto «inalienabile» alla ricerca della Felicità. Non si parla di «diritto alla Felicità», da cui deriverebbe per lo Stato l'obbligo di garantire una felicità i cui connotati non potrebbero che essere determinati dallo Stato stesso in modo eguale per tutti i cittadini, ma di ricerca della Felicità, che implica invece che il cittadino sia lasciato libero dallo Stato di ricercarla nel modo che ritiene più opportuno.

Ebbene, oggi il presidente del Senato Marcello Pera era in Spagna e non ha rinunciato a condannare nel modo più esplicito la recente legge approvata dal Parlamento spagnolo sui matrimoni gay.
«Una cosa è chiara. E' falso che si tratti di conquiste civili o di misure contro le discriminazioni o di estensione dell'uguaglianza; si tratta piuttosto del trionfo di quel laicismo che pretende di trasformare i desideri, e talvolta anche i capricci, in diritti umani».
Ieri, al Congresso dell'Udc, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini era andato oltre, definendo i matrimoni gay «contro natura» e ravvisando in quella legge spagnola «una sorta di radicalismo e di laicismo che non deve trovare spazio nella società italiana!».

Non sono fra gli entusiasti dell'equiparazione fra matrimoni gay ed etero, e guardo con scetticismo alla progressiva espansione del concetto di diritti umani (secondo alcuni l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori sarebbe fra essi), ma di fronte a queste condanne così irriducibili mi è venuto in mente, proprio oggi che in tanti ricordiamo la ricorrenza del 4 luglio, che la Costituzione americana, se non attribuisce ai desideri dei cittadini lo status di diritti, tuttavia riserva ai desideri dei cittadini una tale considerazione da affermare che lo Stato deve lasciar liberi i propri cittadini di ricercarne la soddisfazione.

E' l'America, non l'Italia, ne convengo. Né sostengo che Pera e Casini debbano per questo approvare i matrimoni gay, o che facciano in qualche modo parte di un diritto costituzionalmente garantito. Dico solo che certi toni di disprezzo e di intolleranza nei confronti degli altrui "desideri" dovrebbero suonare strano nelle orecchie degli amici dell'America.

Stupisce inoltre, che le reazioni all'approvazione dei matrimoni gay in Spagna siano così livorose in Italia, dove «non c'è nessuno Zapatero nel nostro orizzonte», come scrive Francesco Merlo oggi su la Repubblica:
«La Spagna di Zapatero spaventa i clericali italiani molto più di quanto affascini i laici italiani; spiace a loro senza troppo piacere a noi; è il loro dileggio ma non è la nostra bandiera. Sono i clericali che vi vedono infatti la sconfessione della loro strategia ideologica e politica, la decapitazione di un principio, quello del matrimonio eterosessuale fondato sulla volontà di Dio, allo stesso modo in cui il regicidio nella rivoluzione francese sconfessava il diritto divino della monarchia. Molto tiepidi, i laici italiani, nella loro maggioranza che è fatta di laici cristiani, colgono invece in Zapatero l'eccesso tipico della Spagna... estremista tanto nel clericalismo quanto nel l'anticlericalismo...»
I laici italiani, continua a far notare Merlo, «pur disincantati rispetto al matrimonio, che non è poi così indispensabile per vivere bene, non hanno mai messo in agenda, in un programma o in un manifesto politico, l'adozione di bambini da parte di coppie gay». Certo, riconoscono le valenze istituzionali e sociali, i benefici di un rapporto legittimato, quale che sia il nome che lo Stato voglia dare al riconoscimento di una coppia di fatto, etero o gay.
«Se il termine matrimonio risultasse inadeguato, come sostengono tanti omosessuali, ebbene, gli si cambi pure nome, lo si chiami "pacs" come in Francia, o semplicemente contratto di convivenza».
Ma qui il discorso si allarga e sono certo che i molti che non vedono di buon occhio i matrimoni gay sono pronti ad accogliere senza riserve i "pacs", che rimangono l'unica proposta concreta avanzata in Italia dal tanto odiato fronte "laicista" e dai movimenti gay.

3 comments:

salvio said...

vedo che nella biografia del presidente (ovvero Teodori) non c'è nessuna traccia della sua attività politica radicale, nonostante nella biografia del suo sito c'è scritto in buona evidenza che ha partecipato in prima linea alla ricostituzione del secondo Partito Radicale (Pannella, 1962) di cui è stato per trent’anni uno dei massimi esponenti nazionali.

Un piccolo dettaglio da dimenticare?

Anonymous said...

OT segnalo che, non so se per colpa di firefox, il post è visualizzato sotto, molto lontano dal titolo

Anonymous said...

Molto carine :)!