Pagine

Wednesday, July 06, 2005

Programma blairiano, fatevi avanti

E' vero, al Corriere, Panebianco e Ostellino l'avevano detto, e noi gli avevamo creduto: dopo la disfatta del centrodestra alle regionali, le divisioni della maggioranza e la semiparalisi decisionale del governo si sono accentuate. Invece di andare a elezioni anticipate, aspettare la fine naturale della legislatura significa «un anno di dolorosissima agonia» che ritarderà la ricomposizione dello stesso centrodestra e provoca i fastidiosi comportamenti del "si salvi chi può". Oggi Piero Ostellino avanza un programma che, visto che siamo in Italia, sarebbe da chiamare rivoluzionario, ma in senso blairiano.
«Da una parte e dall'altra si tende a vendere sogni a un Paese sempre meno incline a crederci. La stessa natura onirica rischia, perciò, di avere anche la prospettiva del "partito moderato" del centrodestra. In realtà, a destra come a sinistra, non di un partito "moderato" ma di un partito "rivoluzionario", nell'accezione "blairiana" del termine, avrebbe bisogno il Paese.

Sarebbe infatti necessario che il prossimo Parlamento e il prossimo governo, quali essi siano, procedessero a una serie di riforme strutturali "forti": sistema elettorale e sistema politico che producano governabilità; modernizzazione della Pubblica amministrazione e deregolamentazione legislativa (un Paese con oltre 150 mila leggi è condannato alla paralisi e alla corruzione); sistema fiscale non punitivo, ma equo; bonifica del Sud dalla criminalità; liberalizzazione delle professioni; privatizzazione di servizi locali e nazionali; riduzione del peso delle corporazioni e degli interessi organizzati attraverso iniezioni di mercato e di concorrenza.
(...)
Si illuderebbe, invece, chi pensasse che tutto si aggiusti semplicemente aumentando la pressione fiscale, (re)distribuendo un po' dei soldi così racimolati, procedendo con l'ordinaria amministrazione per non disturbare gli interessi organizzati, facendo altre iniezioni di dirigismo e di statalismo. Così, "l'agonia", che rischia di diventare strutturale, continuerebbe, chiunque fosse al governo».
Chi può esprimere tali politiche? Il centrodestra, che è sempre più dominato dall'idea della Grande UDC e dalla destra social-religiosa di An? Il centrosinistra giudato da un Prodi per il quale il nemico numero 1 è proprio Blair e tutto ciò che rappresenta? Siamo nei pasticci. E allora dai liberali che stanno per soffocare nella coalizione di centrodestra, i radicali, i socialisti, da chi nei Ds ha Blair come punto di riferimento (non sono pochi ma sono in sonno) può venire fuori un soggetto politico su un patto programmatico per salvare l'Italia. Chissà che gli italiani non saranno capaci di accorgersi di una novità.

1 comment:

Anonymous said...

Scusa Federì se sfrutto questo post per farmi conoscere un po'.
http://simplicissimus.blogs.com/ildilettante/2005/07/liberali_radica.html