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Sunday, July 31, 2005

Orizzonti di guerra

Si sforza di dirlo e scriverlo da anni Michael Ledeen: quella in Iraq è una guerra regionale che coinvolge anche Siria, Iran e Arabia Saudita; il decentramento operativo di Al Qaeda non deve indurci nell'illusione di credere di poter combattere il terrorismo localmente; dietro a tutto c'è un'ampia «coalizione del male», Stati che proteggono e sostengono attivamente il terrorismo. Se non guardiamo al grande quadro complessivo della guerra che combattiamo, rischiamo di perderla.
«We can't win this thing unless we recognize the real dimensions of the enemy forces, and the global aspirations they harbor. The battle for Iraq is today's fight, but they intend to expand the war throughout the Western world. Indeed, that was their plan from the very beginning... We are at war with a series of terrorist groups, supported by a group of nations, and it makes no sense to distinguish between them. We're fighting fiercely against the terror groups, and we're killing and defeating lots of them. But we're not nearly as vigorous as we should be in speeding up the fall of the mullahs, the Assads, and a Saudi royal family that has played the leading role in spreading the doctrines that inspire the terrorists».
Proprio pochi giorni fa l'istituto Memri ha pubblicato un'esauriente rassegna sulle gravissime dichiarazioni del nuovo presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che provano di per sé che l'Iran non solo sostiene il terrorismo, ma ne fa parte, è proprio un regime terrorista. Non è la prima volta che il "martirio", cioè l'immolarsi facendosi esplodere e uccidendo numerosi "nemici" e "infedeli", viene celebrato dalla Repubblica islamica. Di recente lo ha fatto il nuovo presidente alla sua seconda apparizione televisiva dal giorno della vittoria, parlando di «arte del martirio» lo scorso 25 luglio, dal canale 1.

Il giorno dopo sul quotidiano arabo stampato a Londra Al-Sharq Al-Awsat è stato pubblicato un rapporto del suo consigliere spirituale, ayatollah Mohammad Misbach Yazdi. Il testo suggerisce agli iraniani come entrare a far parte delle squadre kamikaze del regime, citando un gruppo costituito da donne incaricato di eseguire operazioni kamikaze contro forze americane, britanniche e israeliane.

2 comments:

Anonymous said...

Quando hai ragione hai ragione.
Devo ammetterlo, quell'uscita poteva evitarsela.
Sembra che stiano giocando col fuoco, come se volessero a tutti i costi essere attaccati dagli USA.
Ma l'Iran non è l'Iraq...

Anonymous said...

Mi duole disturbarti anche in vacanza. Ma il centro-sinistra ha un nuovo candidato alle primarie con cui, ahinoi!, sarà difficile combattere. Prende i voti moderati, poichè è molto religioso, ma anche quelli progressisti della sinistra radicale. Sul mio blog ho riportato il manifesto.Aspetto un parere.