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Tuesday, July 05, 2005

Lezione del 4 luglio a Pera e Casini

Una dichiarazione d'amore

Abbiamo bisogno di uno strepitoso Andrew Sullivan e del suo tributo alla Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti per rispondere oggi a Pera e Casini:
«I believe in liberty. I believe that within every soul lies the capacity to reach for its own good, that within every physical body there endures an unalienable right to be free from coercion. I believe in a system of government that places that liberty at the center of its concerns, that enforces the law solely to protect that freedom, that sides with the individual against the claims of family and tribe and church and nation, that sees innocence before guilt and dignity before stigma. I believe in the right to own property, to maintain it against the benign suffocation of a government that would tax more and more of it away. I believe in freedom of speech and of contract, the right to offend and blaspheme, as well as the right to convert and bear witness. I believe that these freedoms are connected -- the freedom of the fundamentalist and the atheist, the female and the male, the black and the Asian, the gay and the straight.

I believe in the pursuit of happiness. Not its attainment, nor its final definition, but its pursuit. I believe in the journey, not the arrival; in conversation, not monologues; in multiple questions rather than any single answer. I believe in the struggle to remake ourselves and challenge each other in the spirit of eternal forgiveness, in the awareness that none of us knows for sure what happiness truly is, but each of us knows the imperative to keep searching. I believe in the possibility of surprising joy, of serenity through pain, of homecoming through exile».
Altro che conquiste civili, dice Pera agli spagnoli, trasformate desideri e capricci in diritti. Casini assicura che questa «sorta di radicalismo e di laicismo che non deve trovare spazio nella società italiana!». Le nozze gay non saranno la via migliore, ma perché tanto disprezzo per i desideri altrui? Tra i diritti inalienabili sanciti dalla Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti c'è il diritto alla «ricerca della Felicità». Non al raggiungimento della felicità, in modo eguale per tutti ma alla sua libera ricerca. Differenza non da poco: si afferma la fiducia nella capacità dell'individuo di saper riconoscere per proprio conto il bene, meglio di quanto siano in grado di fare in sua vece lo Stato, la Chiesa, o qualsiasi altro corpo sociale. E' questione di fede: credere nella libertà individuale, o in un gregge cui imporre il suo "bene" per legge.

C'è una bella differenza fra la Costituzione degli Stati Uniti (di cui la Dichiarazione d'indipendenza è parte integrante) e quella italiana. Tra le verità riconosciute self-evident dai Padri Fondatori c'è dunque questo principio libertario dalla carica dirompente che nessun popolo ha avuto il coraggio di ribadire nella propria costituzione democratica: the Pursuit of Happiness, il diritto «inalienabile» alla ricerca della Felicità.

Non sono fra gli entusiasti dell'equiparazione fra matrimoni gay ed etero, e guardo con scetticismo alla progressiva espansione del concetto di diritti umani (secondo alcuni l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori sarebbe fra essi), ma di fronte a queste condanne così irriducibili mi è venuto in mente, proprio oggi che in tanti ricordiamo la ricorrenza del 4 luglio, che la Costituzione americana, se non attribuisce ai desideri dei cittadini lo status di diritti, tuttavia riserva ai desideri dei cittadini una tale considerazione da affermare che lo Stato deve lasciar liberi i propri cittadini di ricercarne la soddisfazione.

E' l'America, non l'Italia, ne convengo. Né sostengo che Pera e Casini debbano per questo approvare i matrimoni gay, o che facciano in qualche modo parte di un diritto costituzionalmente garantito. Dico solo che certi toni di disprezzo e di intolleranza nei confronti degli altrui "desideri" dovrebbero suonare strano nelle orecchie degli amici dell'America.
«Ciascuno di noi è l'unico autentico guardiano della propria salute, fisica, mentale e spirituale... Gli uomini traggono maggior vantaggio dal permettere a ciascuno di vivere come gli sembra meglio che dal costringerlo a vivere come sembra meglio agli altri». John Stuart Mill (On Liberty, 1859)

2 comments:

Anonymous said...

Basta!! Sono stanco di scriverti che sono d'accordo con te...

Anonymous said...

Bellissima la maglietta!

Inoz