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Wednesday, February 02, 2005

Un presidente «event-making»

"Signor presidente, non si rende conto che così manda all'aria la stabilità nella regione". "E' proprio quello che ho intenzione di fare"

George W. Bush un presidente «provoca-eventi» che punta a passare alla storia con due progetti originariamente «opzionali»: Iraq e riforma della Social Security. L'analisi, oggi sul Wall Street Journal, è di Fred Barnes, direttore esecutivo del settimanale neoconservatore Weekly Standard.

E' il filosofo Sidney Hook che ha diviso i personaggi storici in due categorie: quelli che «provocano gli eventi», e quanti li «subiscono» ("L'eroe nella storia"). I leader singolarmente adatti a guidare il cammino della storia (gli event-makers) e altri che affrontano i problemi o gli eventi storici come chiunque nella stessa posizione: gli eventful. Secondo Barnes, la maggior parte dei presidenti americani, da Jimmy Carter al primo presidente George H. W. Bush a Bill Clinton, rientrano nella seconda categoria. Sono «sostanzialmente leader al servizio degli affari correnti». George W. è invece uno che «pilota la storia provocandone gli eventi». Ecco perché il discorso di oggi sullo Stato dell'Unione «è puntato sui due grandi progetti della sua presidenza, la liberazione dell'Iraq e la riforma della Social Security».

Clinton aveva affrontato i due crocevia che la storia gli aveva messo davanti (riforma della Social Security e terrorismo) con titubanze e incertezze. Non così Bush: «Entrambi i progetti erano optional. Bush solo ha deciso di portarli avanti». Ma l'«event-maker» non è immune da rischi: in Iraq l'insurrezione non è scomparsa dopo il voto, a Washington i democratici si sono impegnati a bloccare a tutti i costi la riforma della Social Security. Insomma, la partita con la storia è ancora tutta da giocare.
Fonte: Ansa

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