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Friday, February 04, 2005

Il celebrante della Pax europea

Romano ProdiPace, pace, pace! at home e abroad e un "programma" fatto solo di aggettivi superlativi.

Romano Prodi ce la farà ad arrivare alle elezioni del 2006 alla guida del centrosinistra? Io spero di no. Meglio Veltroni, meglio persino Rutelli. "Noi siamo quelli della pace". E' tutta qui la politica estera che Prodi propone nel suo intervento di oggi al III Congresso Ds. La pace che Prodi indica al centrosinistra, alla quale egli non accosta nemmeno il tema dei diritti fondamentali da garantire ad ogni uomo e donna, si riduce fatalmente in "non-guerra", in schiavitù e shoah per i popoli oppressi. Né promozione della democrazia né diritti, né libertà hanno cittadinanza nel centrosinistra che ha in mente Prodi. Tutti sostantivi che non trovano neanche spazio in un'ora di discorso.

Piero Ostellino porge in questo modo i suoi auguri a Fassino, confermato segretario dei Ds, dalle pagine del Corriere della Sera.
«Perché il candidato a guidare la coalizione di centrosinistra non è Piero Fassino (forza), ma continua a essere Prodi? Il centrosinistra ha bisogno di un leader e Prodi non lo è. È, con tutto il rispetto e l'antica amicizia personale, un broker, un "intermediario", calato dall'alto dalle oligarchie dei partiti, che continuano a fissare autonomamente ciascuno la propria "agenda dei lavori", mentre lui non si pronuncia mai, nel timore di perderne il consenso.

Del segretario Ds è più furbo e ha - buon sangue democristiano non mente - un più forte senso del potere, ma fine a se stesso, perché non ha alcuna "visione" del futuro o, quanto meno, non la esplicita, probabilmente nella convinzione (peraltro comprensibile) che, nella sua condizione di leader cooptato, sia più di ostacolo che indispensabile alla propria scalata al governo».

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