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Thursday, February 24, 2005

Errare è umano, perseverare è... di sinistra/6

Prodi ha detto no a Luca CoscioniL'uomo dell'Ulivo ha detto NO. Cade un mito: Pannella dimostra agli italiani che non è lui a non saper scegliere, ma i Poli a temere i radicali. La gigantesca nave da guerra dell'Unione - una decina di partiti, milioni di elettori, grandi leader, storie "gloriose" - ha avuto paura di annacquare la sua identità ospitando un movimento minuscolo, di poche decine di persone, e guidato da un infermo malato di sclerosi laterale amiotrofica??? Quante deboli e misere le idee di questa grande Unione devono essere, e quanto forti e grandiose le idee dei radicali! Da nonviolenti, nel farsi deboli hanno dimostrato la loro forza. La vera anomalia è la sinistra

Mi ero preparato tutt'altro post per ieri sera, pensando che l'"ospitalità" dei Radicali nell'Unione potesse andare in porto. Mi ero illuso. Chi mi legge sa cosa penso della sinistra italiana e della richiesta di "ospitalità", ma avrò modo di tornarci. Quella iniziale indifferenza di alcuni dei leader, poi i diktat e gli alibi, infine i pretesti. Pannella fin dall'inizio sapeva in cuor suo, e ne nutriva l'amarezza, che sarebbe andata a finire così, perché è la storia degli ultimi 40 anni fra radicali e sinistra a parlare a chi vuole ascoltare.

Come finì in farsa. Quei presunti 2/3 fra i Radicali che mai avrebbero voluto andare con Berlusconi (ma in questi ultimi giorni l'un terzo si è fatto sentire eccome) hanno chiesto a Pannella di fare sul serio e Marco ha fatto dannatamente sul serio. Il popolo della sinistra ha chiesto ai suoi leader altrettanto e ha ricevuto ciò che da sempre riceve: bluff. Ma stavolta il bluff non è riuscito perché Marco ed Emma sono andati a vedere le carte e vi hanno trovato una "misera coppia" (fate voi chi).

Le richieste dei Radicali erano ovvie: le firme per la presentazione delle liste e la possibilità (concordando gli spazi televisivi e l'invio di lettere agli elettori) di far sapere le ragioni dell'accordo. In cambio, la probabile vittoria dell'Unione in Piemonte e nel Lazio, Berlusca al tappeto. Nessuna discussione su un programma che peraltro il centrosinistra non ha. Nessuna implicazione sui principi. A ciascuno la propria identità. Marco ed Emma hanno tolto di mezzo ogni inganno, ogni alibi.

Il pretesto peggiore. La risposta? I Radicali dovevano unirsi al rito della demonizzazione di Berlusconi, l'unico grande pericolo per la democrazia italiana. Un insulto per i radicali, non certo da oggi impegnati in difesa della democrazia e della legalità, ma non prendiamoci in giro: Berlusconi, ha risposto Pannella, è solo "l'ultimo di voi". Ma poi: "Ora battiamolo insieme". Niente da fare. Giungono le chiamate dei vescovi («Ma come, l'Udc riesce a tenere i radicali fuori dalla porta del centrodestra e voi no?». cose che non mi invento io, sono riportate sui quotidiani) e il problema diventa Luca Coscioni, uno con una terribile malattia che non muove più neanche un capello. Il suo nome per la lista radicale richiama i referendum sulla fecondazione assistita e le cose non vanno mischiate. Un pretesto subdolo, vergognoso, sprezzante. Almeno, dopo tanti misteri, sappiamo come la pensa il leader dell'Unione, Romano Prodi, sui referendum, e intuiamo oggi come mai non avesse le palle per dirlo apertamente. In questo lo ha aiutato Pannella. La colpa dei radicali non è di essere poco antiberlusconiani, ma di volere i referendum.
Il Riformista trova conferma alle ricostruzioni fatte giorni fa:
«La Cei ha, nei modi discreti ma efficaci che le sono propri, compiuto un vero e proprio take over su tutte e due le coalizioni per quanto riguarda i referendum... Su tutto litigano i due schieramenti, tranne che sul feticcio della libertà di coscienza in materia referendaria. Se la lista Coscioni fosse accolta in uno schieramento spezzerebbe questa stupefacente cappa di piombo che l'Italia non ha conosciuto neanche ai tempi della Dc imperante, e sotto cui vive invece oggi, a causa di un sistema politico incerto e timoroso, costantemente bisognoso di protezione da parte di qualche potere forte, in doppiopetto o in tonaca poco importa.
(...)
Sembra che il nome di Luca Coscioni non possa stare in un simbolo elettorale, né nella casa delle libertà né nell'altra casa. Perché evoca battaglie per la libertà della ricerca scientifica, attraverso il corpo di un uomo martoriato dalla malattia, che ha deciso di continuare a sperare in quella cosa che una volta era il faro della cultura occidentale, di destra o di sinistra che fosse, e che si chiama progresso, scoperta».
Altro che Berlusconi, è questa la vera e pesante anomalia nella politica italiana, è il centrosinistra. Dai conservatori ci si aspetta certe posizioni sui temi di coscienza, della vita e della famiglia, sui diritti civili, ma l'Italia è l'unico paese occidentale dove la sinistra è una seconda destra. Filippo Ceccarelli su la Repubblica scrive però che la Margherita e L'unione si sono cacciati in un brutto guaio, o che sono caduti nella trappola dei Radicali.
«... un pezzo di centrosinistra non vuole Luca Coscioni, quel ragazzo in carrozzella che è costretto a parlare con un sintetizzatore elettronico e si batte per la libertà di ricerca scientifica: e già questo rifiuto appare un modo davvero poco simpatico per farsi dire di no... sono andati a sfruculiare i radicali e alla fine li hanno sfidati proprio là dove questi sono da sempre imbattibili: nell'agganciare un tema specifico, possibilmente grave e abbandonato da tutti, e una persona che è anche una bandiera, non solo referendaria, un emblema vivente, un corpo... è nel diritto della Margherita di segnalarsi ai vescovi o di preoccuparsi dei listini invece che delle cellule staminali, della donazione terapeutica o di altri temi che sconquassano la coscienza del paese». Leggi tutto
Radicali forza prorompente. E così la gigantesca nave da guerra dell'Unione - una decina di partiti, milioni di elettori, grandi leader, storie "gloriose" - ha avuto paura di annacquare la sua identità ospitando un movimento minuscolo, di poche decine di persone, e guidato da un infermo malato di sclerosi laterale amiotrofica??? Quanto deboli, misere e perdenti le idee di questa grande Unione devono essere, e quanto forti, grandiose, e vincenti le idee radicali! Proprio da nonviolenti, nel farsi deboli hanno dimostrato la loro forza. A emergere dietro i veti alla richiesta di "ospitalità", avvertì per primo Oscar Giannino su il Riformista, «è solo la mancanza di sicurezza politica di chi guida le coalizioni, la sua debolezza e non sua forza, la sua incertezza programmatica e non la sua pretesa irriducibilità ai programmi di Pannella».
Se «ciascuno resta distinto, chi guida da forte un polo non dovrebbe certo temere annacquamenti o ibridazioni quanto più i programmi restano distinti... Tale offerta dovrebbe essere più agevolmente accolta quanto più l'identità dei potenziali alleati aggiunti vi sia spiccata, come nel caso dei radicali... I falsi "listini" e la Mussolini non vengono considerati una cosa seria, e dunque li si può imbarcare. Mentre a iniziative politiche serie si finisce per dire no in nome dell'incertezza di se stessi, non dell'impresentabilità di coloro che si rifiuta».
I meriti. L'operazione politica dell'"ospitalità", portata avanti in modo perfetto dai Radicali, ha comunque un merito. Se tutti i nemici "storici" dei radicali, in entrambi i poli, hanno lottato in campo aperto con identici obiettivi e motivazioni, per impedirgli la possibilità di rientrare nelle istituzioni, ciò significa che l'iniziativa dell'"ospitalità" mirava all'obiettivo giusto nel modo giusto per il movimento, e che la simmetria perfetta delle due coalizioni era tale da giustificare un'"ospitalità" in qualunque delle due l'avesse accettata. E' dimostrato nei fatti ciò che l'Unione vorrebbe far negare a Pannella: che i due Poli sono perfettamente simmetrici nel rappresentare entrambi un unico regime partitocratico, nei suoi connotati di illegalità, clericalismo, degrado politico e di governo. Le più classiche delle due facce della stessa medaglia. Non ci sono al di qua i "perbene" e al di là il "male assoluto", Berlusconi. Questa è da oggi in poi una lettura smentita dai fatti, almeno per chi vuole vederli.

Uno che li ha visti è Carlo Taormina, su Libero:
«Proponendosi come "alleati" indifferentemente della "destra" o della "sinistra" i Radicali vogliono dire agli Italiani che sono preda di un bipolarismo falso... una autentica ridicolizzazione dello scenario della politica attuale. Nei due schieramenti della politica italiana esistono forze che agiscono all'insegna della più retriva logica partitocratica. Non si può parlare formalmente di un ritorno al consociativismo, ma dal punto di vista della sostanza, l'esercizio della politica, la scelta degli obiettivi, la determinazione dei bisogni sociali da soddisfare, non presentano differenze da "destra" o da "sinistra". E in questa logica, per i Radicali, non fa differenza essere "ospitati" da una parte o dall'altra, essendo importante incanalarne una, con inevitabile riflesso nell'altra, nel condotto dei diritti civili, della laicità dello Stato, della moralizzazione di una economia diversamente destinata ad assistere imperturbabile».
Quanto mi divide da Furio Colombo, eppure aveva colto nel segno scrivendo che l'"ospitalità" ai radicali avrebbe «segnato il grado alto di libertà e di istinto democratico, rischi e benefici inclusi, di quella delle due parti che lo accetta». Quel grado è fermo a zero. Angelo Panebianco scriveva sul Corriere della Sera del «blasone di Pannella»:
«... nei due poli l'alleanza con i radicali è voluta soprattutto da coloro che aspirano a connotare in senso più "liberale" il proprio schieramento. I radicali possono far perdere voti ma anche farne guadagnare. Hanno un blasone temuto e ambito. Proprio di chi, nella sua ormai lunga storia, ha dato lezioni di libertà a tanti senza mai bisogno di prenderne da nessuno».
Simile l'analisi di Piero Ostellino:
«Una sana iniezione di cultura liberale farebbe bene a entrambi i poli. Ma, forse, è proprio questa la ragione per la quale entrambi guardano a tale prospettiva con tanta diffidenza».
Più recentemente Guido Ceronetti su La Stampa: i Radicali?
«Sono un cavallino di Troia, sia di qua che di là: lo hanno percepito ex democristiani, leghisti, ex comunisti, e meno, stranamente, i comunisti di etichetta vigente».

1 comment:

Anonymous said...

io non mi spiego come tu abbia potuto sperare, appoggiare l' alleanza radicali-sinistra! Che ci azzeccano, e perche' tutto ad un tratto voi radicali vi siete messi a cercare partner politici?Sono i vostri estremismi in questioni bioetiche e morali che vi rendono inapprociabili dalla destra (perche' se mi vieni a dire che avresti votato i radicali all' interno di un contesto di sinistra allora non ti leggo piu', purtroppo).....che ci azzecchi con Fassino? e con rutelli? e fuori dall' Unione che ci azzecchi con Scanio, bertinotti e comunisti via dicendo? Cerly, tuo lettore quotidiano!http://theykilledkenny81.blogspot.com/