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Thursday, February 17, 2005

Effetto Baghdad anche in Libano

L'attentato contro Hariri apre, e non chiude, la possibilità che un'altra tessera del domino democratico cada per mano dei cittadini libanesi

Anche Thomas Friedman, sul New York Times, si dice certo del coinvolgimento della Siria nell'attentato all'ex premier libanese Hariri e spiega con molta chiarezza il movente, proponendo la politica della democrazia.
«Message from the Syrian regime to Washington, Paris and Lebanon's opposition: "You want to play here, you'd better be ready to play by Hama Rules" - and Hama Rules are no rules at all (Hama è una città siriana rasa al suolo dal regime, n.d.r.)...

What else can the Lebanese do? They must unite all their communities and hit the Syrian regime with "Baghdad Rules", which were demonstrated 10 days ago by the Iraqi people. Baghdad Rules are when an Arab public does something totally unprecedented: it takes to the streets, despite the threat of violence from jihadists and Baathists, and expresses its democratic will.

Nothing drives a dictatorship like Syria's more crazy than civil disobedience and truth-telling: when people stop being intimidated, stand up for their own freedom and go on strike against their occupiers. The Lebanese can't play by Hama Rules and must stop playing by the old Lebanese Rules. They must start playing by Baghdad Rules. Baghdad Rules mean the Lebanese giving the Syrian regime - every day, everywhere - the purple finger».
Proprio nelle settimane scorse le opposizioni libanesi all'occupazione siriana avevano deciso di unirsi, ispirate anche dal coraggio degli elettori iracheni, e Hariri intendeva mettersi alla testa di quel movimento per vincere le elezioni e mandare un messaggio chiaro a Damasco: "E' ora che ve ne andiate". Guardando alla partecipazione popolare ai funerali di Hariri, trasformati in manifestazioni anti-siriane, la speranza è che il popolo libanese sia in grado di dimostrare al mondo la propria volontà. All'occidente non resterebbe che aiutarlo, e a difenderlo se attaccato. Inutile sottolineare come l'occupazione siriana del Libano non interessi agli amici occidentali della "resistenza" irachena.

Intanto Bush sceglie la cautela, ma anche la fermezza:
«Non posso dire, per ora. Ed eviterò di giudicare sino a quando saremo a conoscenza dei fatti precisi... Appoggiamo la richiesta di una indagine internazionale sulla morte di Hariri... abbiamo richiamato il nostro ambasciatore e questo indica che i rapporti tra i due paesi sono giunti a un punto fermo... la Siria è "fuori linea"... ritiri le truppe dal Libano... e lasci che il Libano tenga libere e regolari elezioni».

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