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Thursday, January 13, 2005

Si può dire, il Corriere cambia volto

Da alcuni giorni è sempre più evidente il nuovo corso che il Corriere della Sera sta prendendo sotto la direzione di Paolo Mieli. Nei giorni scorsi sono usciti in prima pagina o in grande evidenza: il no dell'Islam in Egitto all'infibulazione; il vescovo Andrea Gemma che difende il diritto alla scheda referendaria («illiberale» non permettere ai cittadini di esrpimersi); le ampie cronache dal Comitato dei Radicali all'Ergife; la polemica su Papa Pacelli e l'antisemitismo, il cui «valore politico» ho sottolineato in questo post - anche se ieri, sul Foglio, lo storico Gian Maria Vian ha gettato pesanti ombre sugli articoli di Alberto Melloni.

Oggi, in grande evidenza a pagina due un articolo sul dialogo tra Radicali e centrodestra. Ma soprattutto dobbiamo segnalare in prima pagina l'editoriale di Piero Ostellino, che sostiene, con equilibrio e ragionevolezza, le ragioni del referendum per l'abrogazione della legge 40 sulla fecondazione assistita, riconoscendo - ed è cosa davvero insolita - il punto di vista genuinamente laico e liberale di Marco pannella.
«Coloro i quali, come i radicali, associano al concetto di cittadinanza una qualche forma di obbligazione sociale ritengono sia moralmente illegittimo approvare (o respingere), unicamente con motivazioni religiose, una legge che vada a detrimento della libertà di scelta di altri cittadini. Sarebbe difficile, dal punto di vista liberale, dar loro torto. D'altra parte, questa sorta di laicismo estremizzato di matrice giacobina finisce con sottovalutare due principi che sono, a loro volta, a fondamento dello stesso liberalismo e dello Stato democratico.
(...)
Primo: l'individualismo come presidio della soggettiva libertà di coscienza. Che, se deve valere per tutti, non si vede perché mai non dovrebbe valere anche per i credenti. I quali non sono né una categoria storica, né sociologica, né, tanto meno, politica, bensì sono una pluralistica «federazione» di individui ciascuno dei quali vive la propria fede e la propria condizione di cittadino come detta la propria coscienza.
Secondo: l'individualismo come presidio dell'autonoma libertà di scelta rispetto al carattere oggettivo e «necessario» delle scelte umane teorizzato dalle dottrine deterministe, storiche e culturali; scelte che sarebbero sempre prevedibili solo che si conoscessero le influenze esterne che agiscono sulla mente degli uomini».
Non si tratta infatti di «alzare nuovi e anacronistici "steccati" fra cattolici e laici», ma - e Pannella in questo crede - di sottolineare «quanto cristianesimo e liberalismo si incontrino qui felicemente»:
«"I metafisici religiosi che hanno asserito l'esistenza del libero arbitrio - ha scritto John Stuart Mill ("La logica delle scienze morali", in Economia e scienze sociali) - hanno sempre sostenuto che esso è compatibile con la prescienza, da parte di Dio, delle nostre azioni: e se è compatibile con la prescienza divina, allora sarà compatibile con qualsiasi altra prescienza". I referendum sono sempre un momento "alto" di confronto democratico, ma anche e inevitabilmente di "logica binaria" (sì/no). È, dunque, successivamente, sul terreno pragmatico, che il Parlamento deve dimostrare di saper trovare la soluzione che meglio rifletta l’interesse generale. Poiché dovere delle forze politiche è rispettare tutti i propri cittadini, esse dovrebbero approvare, in circostanze come questa, solo leggi dotate di un principio di razionalità pubblicamente giustificabile agli occhi di ogni membro della collettività».
Insomma, il Corriere sta cambiando volto, assumendo un'attenzione nuova e maggiore nei confronti dei temi "radicali", ma, cosa più importante, palesando - in modo più convinto e senza timori reverenziali - un'anima liberale in senso classico.

Registriamo nel frattempo - è passato il tempo adeguato per esprimere una valutazione - il disastro che Carlo Rossella ha provocato al Tg5, peggiorando ulteriormente la linea a-politica già impressa da Mentana. Ma di questo parleremo in un post specifico.

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