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Wednesday, January 05, 2005

Non mance, ma democrazia e libero mercato

Powell con il presidente thailandeseNegli Stati Uniti sanno «che la guerra al terrorismo non può essere vinta se non estirpando le radici sociali e politiche della povertà». E' in Europa che questo si fa finta di non capirlo e si va avanti di buonismo veltroniano fatto di mance senza visioni politiche.

«L'America lancerà un nuovo Piano Marshall». Il Corriere della Sera ha pubblicato oggi un intervento del segretario di Stato Usa Colin Powell alla vigilia del summit di Giakarta sugli aiuti alle popolazioni del sud-est asiatico colpite dallo tsunami. L'impegno degli Stati Uniti contro la povertà è massimo, ma con il pragmatismo del "metodo Marshall". Non servono mance, ma democrazia e libero mercato. L'amministrazione Bush accoglie, ma sono convinzioni che hanno lunga tradizione alla Casa Bianca, le tesi dell'economista indiano, e premio Nobel, Amartya Sen, sostenute nel libro "Lo sviluppo è libertà. Perché non c'è crescita senza democrazia". Il Sud America, alcuni esempi africani e asiatici sembrano andare in questa direzione.
Scrive Powell:
«Abbiamo compreso che l'assistenza allo sviluppo non funziona se ridotta a mero esercizio economico. È ormai evidente che scelte politiche e predisposizioni culturali influiscono sulle abitudini economiche individuali, e che è la storia a plasmare le istituzioni economiche delle società. Anche fattori esterni, come le condizioni di sicurezza, contribuiscono a determinare il progresso economico. È chiaro che lo sviluppo, la democrazia e la sicurezza sono inscindibilmente legati. Non bastano i sussidi di povertà in assenza di una crescita economica costante: per questo occorre che il mondo della politica si assuma la responsabilità del buon governo.
(...)
Sebbene esista un collegamento tra terrorismo e povertà, non crediamo che la povertà determini direttamente il terrorismo. Sono pochi i terroristi poveri. I capi del gruppo dell'11 settembre erano tutti istruiti e di buona estrazione sociale. La povertà genera frustrazione e risentimento, che gli ideologi sanno trasformare in appoggio - anche tacito - al terrorismo, soprattutto lì dove alla povertà si affianchi la negazione dei diritti politici e delle libertà fondamentali. Il binomio povertà-assenza di libertà, non è casuale.
(...)
La prima causa della povertà è l'ingiustizia sociale, e il cattivo governo che la tutela. La povertà sorge e persiste dove la corruzione è endemica e l'impresa langue, dove l'equità garantita dalla legge è negata. In condizioni simili, la povertà è un oltraggio alla dignità umana, e in quest'oltraggio riposa il seme dell'odio».
L'America è ancora la città sulla collina verso cui guardare.

Sul Foglio, «Il congedo di classe del generale».
«Il segretario di Stato uscente non è un disobbediente. E' un diplomatico e un militare, uno che conosce il significato della fedeltà e della lealtà, e le rispetta: "La migliore fedeltà che puoi garantire a chi ti comanda è metterlo a parte delle tue idee migliori" – e poi offrire "un sostegno totale"».

1 comment:

michele said...

bello 'sto pezzo di powell. dico io, ma perché non si è candidato lui?