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Friday, January 07, 2005

Le libertà economiche non abitano in Italia

Avevo già segnalato martedì la pubblicazione dell'Indice 2005 della libertà economica nel mondo elaborato da Heritage Foundation e Wall Street Journal. Esito che ci riguarda: le libertà economiche non abitano in Italia. Oggi ci è tornato Piero Ostellino con un editoriale perfetto in prima pagina sul Corriere della Sera: «L'Italia arretra, pesano gli interessi organizzati».

«I Paesi con la maggiore libertà economica - si legge sul rapporto - hanno anche un più alto tasso di sviluppo economico di lungo termine e sono più prosperi di quelli che ne hanno meno». Non è, pertanto, un caso che l'economia italiana, negli ultimi cinque anni, sia cresciuta meno, nota Ostellino. L'osservazione più illuminante:
E' «fuorviante e ingiusto attribuire la responsabilità della nostra arretratezza in tema di libertà economica "solo" alla classe politica. C'è un rapporto diretto fra politiche pubbliche e società civile che, in democrazia, si chiama "consenso". Se, dunque, tutti i governi che si sono succeduti alla guida del Paese - compreso quest'ultimo che si è presentato come "il più liberale" - non sono riusciti a farlo progredire anche sul piano economico, la ragione a me pare una sola: la scarsa autonomia della Politica rispetto agli interessi organizzati, che continuano a farla da padroni.
(...)
Pesano sulla libertà economica del nostro Paese l'ancora eccessivo interventismo pubblico (punteggio 2), il carico fiscale "pesantissimo" (4,3), un sistema bancario e finanziario poco efficiente (2), diritti di proprietà non sufficientemente tutelati (2), il sistema pensionistico, la rigidità del mercato del lavoro, la corruzione, una burocrazia pletorica (regole che variano da regione a regione rendono il sistema poco trasparente, punteggio 3, ingolfano il mercato, 2,5, e, con l'elevato tasso di criminalità locale, scoraggiano gli investimenti esteri, punteggio 2). Dei nove parametri utilizzati, solo la politica monetaria raggiunge il punteggio pieno (1), a conferma dei benefici indotti dal "vincolo europeo"».

1 comment:

Anonymous said...

eredita' culturali prima che economiche difficili da lasciare...

www.bloggers.it/ispirati