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Tuesday, January 25, 2005

I bocconi amari da ingoiare per fare parte del circo

Suvvia, tutto questo giocoso livore per una copertina dedicata da Corriere Magazine a Luca Coscioni? La prima in quattro anni?

I Radicali hanno delle ragioni a lamentarsi dell'esclusione sistematica delle loro voci e dei temi importanti che sollevano da parte dei media. In questi giorni invece, spesso sulla stampa, con molta meno frequenza sulle tv, si parla di loro e dei referendum sulla fecondazione assistita. E' un bene. Poi capita che qualche avversario politico noti questa nuova, ancora piccola ma influente presenza, e se ne dispiaccia tanto da attaccare sul piano personale i protagonisti del mondo e delle battaglie radicali di oggi. Bene lo stesso, dico io.

Solo quando si viene inclusi nel dibattito politico come forza che pesa e non fa solo "testimonianza morale", allora si suscitano invidie e attacchi polemici privi di argomenti di merito. Capita poi, che se l'autore di questi attacchi possiede un sottile intelletto, un'abile penna (e "complicità" interne a Torre Argentina), vengano fuori anche amabili quadretti di colore che, partendo da qualche punta di verità, e farciti da suggestive metafore, hanno lo scopo di colpire ai fianchi molli l'immagine dei radicali e delle loro battaglie. Da tutto questo rimane fuori, s'intende, ogni argomento di merito, ma per i Radicali si tratta di abituarsi a stare nella piazza.

E' il caso di due editoriali di oggi sul quotidiano Il Foglio, di cui vale la pena riportare i titoli. Il primo, La bottega della fede, malcela l'invidia per la recente copertina che Corriere Magazine ha dedicato a Luca Coscioni. Una tale rarità per i Radicali che fa sorridere vedere che qualcuno mastichi così amaro. Ovviamente, se bisogna attaccare, lo si fa sulle parti molli dell'avversario. Quindi l'articolo tralascia i tanti aspetti forti e convincenti dell'Associazione Luca Coscioni, e della battaglia per la libertà di ricerca scientifica, ed esalta invece un aspetto marginale, ma esistente, emerso purtroppo a tratti durante il Congresso dell'Associazione.
Il secondo, Capezzone, il piccolo priore del tardo monachesimo pannelliano, più giocoso e brillante che livoroso, rientra nella categoria "personaggi".

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