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Tuesday, January 11, 2005

Editoria & interessi. Felice binomio nelle società liberali

Ci prova il Riformista a spiegarsi lo zelo con il quale il nuovo Corriere di Paolo Mieli ha aperto un capitolo storiografico, non privo di polemiche, sulle ambiguità di Pio XII riguardo il nazismo e l'Olocausto, e sulla svolta del Concilio Vaticano II. Certo, ogni scelta editoriale così importante e ricca di effetti, non nasconde, bensì mostra gli interessi in gioco dell'editore. Così dev'essere. In questo caso sembra che «i poteri» abbiano «voglia di tornare forti», ma l'editoriale di Polito non cade su accenti moralistici, tutt'altro. Chiama "liberale" quel manifestarsi di interessi, linfa vitale per la "stampa libera" (Qui l'opinione del Foglio).

E in questo caso, gli effetti che vedo nascere dal dibattito aperto dal Corriere mi convincono in modo particolare:
«Nel mostrare quanto sia difficile nel nostro paese, forse impossibile, costruire su basi politico-ideologiche una Christian coalition.
(...)
Il valore politico della polemica storiografica accesa dal Corriere... sta tutto qui. Nel ricordarci che in Italia il cristianesimo è segnato indelebilmente dall’esperienza storica della Chiesa cattolica; non solo in quanto magistero di fede, ma come potere reale e statuale che nel corso dei secoli ha fatto le sue scelte e i suoi errori, non ultimo la coltivazione di un robusto antisemitismo, anche più radicato e motivato di quello più recente, e di origine territoriale, che anima il mondo arabo. E non appena dai uno sguardo a questa storia, sei costretto a scorgervi tutte le strozzature che rendono da noi impraticabile il fluido scorrimento della miscela giudaico-cristiana che fa andare la macchina dei teo-con americani». Leggi tutto
E' questa realtà della Chiesa cattolica come «potere reale e statuale» che impedisce ai cattolici in Italia di vivere la politica senza mettere a repentaglio la laicità dello Stato ed è la mancanza di una storia simile che invece permette al cristianesimo americano di partecipare alla vita politica e civile del Paese avendo rispetto per la separazione tra Stato e Chiesa.

E' ora che in Europa il mondo cattolico possa esprimersi nella sua complessità, con l'emersione della componente teologica del consensus fidelium, riportata alla luce con tutta la sua forza dall'abate Pohier al convegno organizzato da Marco Pannella a Bruxelles, al quale, ci auguriamo, seguirà un "secondo tempo".

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