Pagine

Monday, February 16, 2004

Riformisti senza riforme
Che pacchia. Il nuovo inganno è cucito. Non si illuda Antonio Polito, dalla sua bella iniziativa non è affatto uscito un nuovo soggetto politico riformista che adesso si presenta alle europee. E' stato piuttosto ricucito il vecchio Ulivo, lanciato l'Ulivo 2, la vendetta ("se possibile, almeno ci si prova"). Non basta una lista unitaria, l'ennesima, per dirsi riformisti. Anche il bravo direttore se ne accorge, e nell'editoriale di oggi sul suo quotidiano avverte quel che ci vuole: pragmatismo, parlare da opposizione come se si fosse al governo. E il voto sulla missione italiana in Iraq sarà dirimente: non basta una posizione comune, ci vuole un sì. Ma la posizione di Prodi in politica estera, da presidente della Commissione durante la crisi irachena (o del Consiglio durante quella del Kosovo) e da riesumato leader quale quello dell'ultima convention, è in-credibile, abbaglia per irresponsabilità e ipocrisia. Si chiede una "svolta" multilaterale che già c'è stata, ma che a Francia, Germania e Onu si deve chiedere di rendere operativa. Non c'è solo l'Iraq però. E' che per dirsi riformisti bisogna parlare di riforme, proporle, spiegarle, averne una vaga idea - ditemi, vi prego, una sola riforma su cui siete d'accordo che non riguardi Berlusconi. "Uniti nell'Ulivo" fa una campagna puramente identitaria, si presenta come un cartello elettorale coacervo di molteplici identità divise su tutte le politiche (da quella estera, all'economica, alla bioetica) - Fassino punta al 33%, l'esatta somma dei tre soggetti divisi e perdenti alle ultime elezioni - il cui collante è l'odio per Berlusconi e dove il feticcio dell'unità conta più dei programmi. E su queste si punta, non su un approccio pragmatico e dei progetti di riforma che parlino dei problemi dei cittadini (articolo di Nicola Rossi). La maggioranza ha polemizzato per la gigantografia, esposta al palauer, di Prodi con Ciampi. Fosse per quello. Ci devono invece spiegare cosa hanno a che fare i signori che erano presenti - da Fassino a Rosy Bindi, da Santoro a Salvi - con Adenauer e De Gasperi, con Dossetti e Spinelli. Mica mi vorrete convincere che il progetto europeo di Prodi c'entri qualcosa con il manifesto di Ventotene?! Insomma, più che una convention, un grande imbroglio!
P.S.: Voler denunciare il Grande Inganno 2 non significa ritenere accettabile lo sfaldamento e l'inconcludenza della maggioranza. Partitocrazia e neocorporativismo hanno ormai inghiottito qualsiasi progetto di riforma. Sciolta come neve al sole quella delle pensioni, sotto schiaffo di magistrati e docenti quelle della giustizia e dell'Università, in mano a Bossi quella istituzionale, venduta a Berlusconi quella del sistema radiotelevisivo.

No comments: