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Saturday, February 28, 2004

Perle è convinto che Kerry imparerà presto ad essere realista
Chi è il nemico. «L'11 settembre non ha soltanto cambiato la vista sulla città, ma anche il modo in cui l'America si vuole proteggere. I terroristi non sono pochi banditi da rincorrere tra le montagne dell'Afghanistan, sono un movimento fondamentalista e profondamente ideologico, come lo furono il nazismo e il comunismo, con una visione islamica estremista che considera infedeli tutti gli altri, compresi alcuni islamici, e che in quanto tali vuole ucciderli o convertirli. Noi non lo permetteremo, ovviamente. E la strada è quella di sostenere il cambiamento di politica estera attuato dal presidente Bush che consiste nel non fare distinzioni tra i terroristi e gli Stati che li sostengono». A differenza delle cautele dell'amministrazione, Perle include anche l'Arabia Saudita tra i nemici dell'Occidente.
Dove sta l'Europa?. «E' comprensibile che alcuni europei siano meno preoccupati di noi, del resto siamo noi sotto attacco, non loro. La Francia, però, gioca un'altra partita, quella di unificare l'Europa contro l'America, un'Europa che faccia da contrappeso agli Stati Uniti. Non credo che il resto degli europei sia d'accordo».
La politica estera di Kerry. «Se sei candidato alla nomination di un partito come quello democratico, dominato dal radicalismo di sinistra, devi necessariamente dire le cose che fin qui ha detto Kerry. Ma quando otterrà la nomination dirà altre cose».
Il Foglio

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