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Tuesday, February 24, 2004

La "solidarietà" di Piero Ostellino a Fassino minacciato dai "pacifascisti"
«Rifilare "due schiaffoni umanitari" a qualcuno di cui non si condivide l'opinione durante un corteo della pace non è propriamente una manifestazione di pacifismo. Ma tant'è. Se Piero Fassino non riuscisse, alla Camera, a far scorporare quella in Iraq dal decreto che rifinanzia le missioni italiane all'estero - per poter dire no a quella e sì a queste - e la parte dei Ds che fa capo al segretario fosse nuovamente indotta ad astenersi, si aspetti, qualora decidesse ugualmente di partecipare alla manifestazione per la pace in programma il 20 marzo, di beccarsi un paio di schiaffoni. Pacifisti e umanitari. Lo dice Francesco Caruso, portavoce del movimento dei Disobbedienti. E aggiunge: "Spero che nessun parlamentare che ha votato a favore della guerra si scandalizzerà per questa benevola promessa come un atto di violenza e di sopraffazione". Bene. Sarò all'antica, ma io mi scandalizzo. E spero che si scandalizzino in tanti e che, in Parlamento, anche gli oppositori della guerra lo dicano chiaramente. Chiedere ai Ds e al loro segretario di votare coerentemente contro il rifinanziamento della nostra missione in Iraq, anche a costo di votare contro il rifinanziamento di tutte le altre qualora non fosse possibile scorporare quella irachena, è comprensibile e legittimo da parte di chi è contro la guerra "senza se e senza ma". Assai meno legittimo e comprensibile è minacciare ritorsioni più o meno violente se ciò non avvenisse. Il signor Caruso dovrebbe vergognarsene. A quando la minaccia dell'olio di ricino? A Piero Fassino va tutta la solidarietà dell'Italia civile. Aggiungo che, personalmente, mi scandalizza anche l'onorevole Violante quando dice che in Iraq i nostri soldati ce li ha mandati il governo, non l'opposizione. Onorevole Violante, i nostri soldati, che piaccia o no, sono stati inviati all'estero da un Paese democratico e con il libero voto del suo Parlamento, perciò essi sono in Iraq non sotto la bandiera del governo, bensì sotto quella nazionale. La distinzione che lei fa è pertanto inaccettabile sotto il profilo morale, prima ancora che politico. Sono solo le dittature che mandano all'estero i propri soldati sotto una bandiera che non rappresenta l'intero Paese. I nostri soldati a Nassiriya rappresentano tutti noi, anche quelli che non ce li avrebbero mandati e li vorrebbero ritirare. Onorevole Violante, critichi il governo, voti contro il rifinanziamento della missione. E' un suo legittimo diritto. Ma non prenda le distanze da chi, in Iraq, rischia la vita, servendo il Paese, non il suo governo. Ricordi. Se la classe politica misurasse le proprie parole, anche i Caruso, forse, sarebbero costretti a misurare le loro».
Corriere della Sera

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