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Sunday, February 08, 2004

Cecenia addio
Occupiamoci dei ceceni, non degli americani

Il guaio peggiore per i ceceni - poveretti - è che il problema del mondo in questo momento sembrano essere, a pensarci bene, gli Stati Uniti e naturalmente il loro presidente, George W. Bush. E' una vera ossessione. Qualche finanziere filantropo impiegherà tutto il 2004 per impedire la sua rielezione alla Casa Bianca, anche se ciò dovesse paralizzare o deviare l'attività delle sue benemerite associazioni. Bene, bravo. Pazienza appunto, i ceceni possono aspettare, il mondo ha questioni molto più importanti da affrontare. I pericoli, le minacce, al giorno d'oggi, vengono dalla democrazia più compiuta, dall'America, dall'impero della libertà, e dal suo presidente cowboy. I media internazionali, i governi europei, la politica, gli intellettuali, i pacifisti di tutte le piazze, da noi persino i radicali e Marco Pannella ne sono stati travolti, tutti sono concentrati nel gioco chic delle previsioni geopolitiche. Quanto tempo ci metterà Bush ad instaurare un regime fascista; verso quale baratro ci porterà la politica imperialista, capitalista, del complesso militare industriale che ha sequestrato la politica Usa dopo l'11 settembre. Insomma, se l'America porta caos, sfruttamento e guerre nel mondo, come pretendere poi, di evitare la reazione disperata dei "poveri" contro dieci, cento, mille, World Trade Center?
Il problema dunque - mi dispiace cari ceceni (russi, arabi, israeliani, cinesi, vietnamiti, nordcoreani) - non è il terrorismo islamico, non sono le dittature che opprimono centinaia di milioni di persone, allevate e indottrinate all'odio e alla violenza. Penso con angoscia a quante energie, quante buone volontà, ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, vanno perse per mettere sotto inchiesta l'America e tutto ciò che rappresenta, mentre i riflettori si spengono sulle altre parti del globo dove è la trave, e non la pagliuzza, a bruciare.
Da Mosca a Grozny assistiamo alla nascita di una dittatura. Colui che ormai appare sempre più come un autocrate fomenta l'odio xenofobo anticaucasico tra i suoi cittadini. E' strumentale al suo potere e l'opinione pubblica russa, ancora intorpidita dal lungo sonno sovietico, è inerme di fronte alle menzogne, non ha gli strumenti critici, gli anticorpi, che solo la pratica democratica assicura. Così nel mondo arabo, in Cina, nel sud est asiatico. Ma, ahimé, da questi luoghi, reportage, campagne per sensibilizzare opinioni pubbliche e governi, neanche a parlarne. Eppure fu l'attenzione dei media a rendere un obbligo morale intervenire per far cessare i massacri bosniaci e kosovari. Ma in fin dei conti - che vado a pensare! - è meglio buttare fango su Blair o su Bush: si fa carriera prima e non si rischia la pelle. Ceceni, abbandonati al loro destino dal vezzo europeo di invidiare l'imperialismo americano mentre tutto viene taciuto sull'imperialismo russo (e cinese). E anche qui, vedrete che, nonostante tutto, sarà prima o poi qualche amministrazione americana a storcere per prima la bocca. Occupiamoci dei ceceni, non degli americani, che se la cavano bene già da soli!

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